“Tu sfrutti, io non compro”, parte la campagna social dell’Ugl a sostegno dei lavoratori di Amazon

“Tu sfrutti, io non compro”. Ugl Terziario lancia la campagna social a sostegno dei lavoratori di Amazon. “L’iniziativa nasce a supporto della vertenza in corso e si pone l’obiettivo di saldare, in nome dei valori del lavoro, le rivendicazioni avanzate della maestranze di Amazon con la diffusa sensibilità emersa dalla società civile a seguito dello sciopero del 24 novembre scorso. La vertenza dei lavoratori Amazon travalica infatti la vicenda specifica e pone problematiche di ampio respiro che richiedono sensibilità sociale e attenzione istituzionale. Non è meno importante però il ruolo che possono avere i cittadini anche nella veste di consumatori” commentano Pino De Rosa e Luca Malcotti, rispettivamente segretario provinciale e segretario nazionale di Ugl Terziario.

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“Vogliamo coinvolgere l’opinione pubblica non solo nella vertenza Amazon ma in generale nella discussione intorno al tema dello sfruttamento dei lavoratori. I lavoratori hanno necessità di avere alleati e il migliore alleato è proprio l’opinione pubblica. La vertenza Amazon va oltre gli interessi dei dipendenti di questa azienda e va inserita in una logica più ampia di sfruttamento dei lavoratori da parte delle aziende multinazionali che fanno fatica ad accettare la nostra cultura e la nostra civiltà del lavoro. Nella pratica si tratta di una pagina facebook sulla quale saranno pubblicate iniziative da diffondere anche a livello nazionale. In questo modo vogliamo da una parte sensibilizzare l’opinione pubblica, dall’altra interagire con i canali di Amazon e mandare loro dei messaggi” spiega De Rosa.

Il dialogo con l’azienda non decolla, lo ha dimostrato l’ultimo incontro nella sede di Unione Commercianti: “L’azienda sta cercando di scappare dalle sue responsabilità e dal confronto con le sigle sindacali. Un po’ per scarsa attitudine alle regole del nostro mondo del lavoro, un po’ per furbizia. Questa vertenza ha un valore simbolico e strategico perché si tratta di capire una cosa: le multinazionali si devono adeguare alle regole del nostro Paese o possono fare quello che vogliono?” commenta invece Malcotti.

Pino De Rosa (Segretario Regionale Emilia Romagna) ha sottolineato che dopo lo sciopero del 24 novembre le problematiche dei lavoratori di Amazon sono uscite dalle astronavi di Bezos e si sono diffuse nella società trovando l’attenzione dell’opinione pubblica e la solidarietà dei cittadini. E’ chiaro che non è solo una vertenza specifica ma a tutti gli effetti un problema sociale. “I lavoratori hanno bisogno di alleati. Li stanno cercando nelle istituzioni e con questa iniziativa fanno appello alla società civile”. Sempre De Rosa ha anche detto: “La campagna che avviamo oggi ci vede promotori ma è aperta al contributo di tutti, a cominciare dalle OO.SS. con le quali stiamo lavorando fianco a fianco, ed a tutti i livelli. Non è possibile sentirsi dire che rivendicare un sistema premiante che redistribuisca parte dei guadagni di Amazon non sia una legittima richiesta. All’ultimo incontro ci hanno detto che dal 2011 hanno avuto margini pari a 800 milioni di €. Se avessero deciso di destinare 1000 € all’anno di premio ad ogni lavoratore, considerando una media di 1500 lavoratori (ne erano molti meno i primi anni) avrebbero redistribuito ad oggi poco più di 10 milioni di €. E ‘ troppo riconoscere un premio pari al 1.3% del margine realizzato? Lo abbiamo chiesto con un integrativo aziendale rispetto al quale Amazon rifiuta di intraprendere la trattativa. E’ tra gli affidamenti che le parti si danno quando sottoscrivono i contratti collettivi. La campagna che lanciamo non è però orientata al boicottaggio ma una messa in mora per Amazon che deve capire che il mercato italiano non è un gregge inebetito da condurre nel paese dei balocchi consumistici ma un popolo che vuole anche il rispetto dei valori del lavoro insiti nella propria cultura. E’ vero invece che il cittadino deve comprendere la grande efficacia che possono avere le proprie scelte quando è un consumatore. Il consumo critico è una potente arma d’intervento politico (non nel senso del gioco dei partiti ma nel primigenio significato di interesse per la polis) e può cambiare scelte e comportamenti” . Luca Malcotti (Segretario Nazionale) ha in primo luogo elogiato i lavoratori e la Ugl terziario territoriale per il coraggio dimostrato nell’intraprendere la vertenza. Ha poi dichiarato: “In questa vertenza non sono solo in gioco i diritti essenziali di migliaia di lavoratori ma il rapporto tra multinazionali e stati sovrani. Dobbiamo capire se le regole degli stati sovrani valgono anche per le multinazionali. Se si stabilisce il principio che un’ azienda di dimensioni sovranazionali può decidere di non rispettare leggi, contratti o prassi presenti nello stato in cui s’insedia abbiamo scardinato un pezzo del tessuto sociale. Ciò a danno dei lavoratori ma anche del sistema delle altre imprese. Altri non si possono permettere altrettanto! Abbiamo di fronte a noi un percorso che ci porta verso forme di contrattazione di secondo livello, in coerenza con un sistema di relazioni tra le parti che si va sviluppando in questi termini ma questi dicono di non volere un confronto. La nostra campagna, che non è un boicottaggio, intende richiamare Amazon alla responsabilità sociale e lo facciamo in maniera innovativa e provocatoria perché attraverso i canali ufficiali non ci vogliono ascoltare, utilizzando strumenti molto simili a quelli su cui viaggia il loro business. Chiediamo a tutti i cittadini di mettere un “mi piace” sulla pagina ed invitare tutta le rete delle proprie conoscenze a farlo. Da ricerche approfondite che abbiamo fatto, peraltro, abbiamo costatato che non esiste la possibilità sul sito di Amazon di mandare una mail con formula “aperta” nella quale scrivere un proprio pensiero. Vi sono solo canali delimitati che sono quasi esclusivamente di marketing. Per anni le relazioni sindacali hanno avuto per tema centrale la necessità di scambiare maggiori retribuzioni con maggiori produttività. Abbiamo di fronte un’azienda che ha una redditività che si fa anche fatica a quantificare e di contro ha livelli retributivi schiacciati verso il basso e condizioni di lavoro che vanno nella stessa direzione. Non ignoriamo che la crisi rende appetibili anche livelli retributivi bassi ma è questo eventualmente un ulteriore elemento di allarme sociale”

Presenti alla conferenza stampa anche gli RSA UGL terziario in Amazon: Alberto Iavarone e Massimiliano De Riso che hanno ancora una volta palesato e raccontato le condizioni di lavoro che vivono quotidianamente i lavoratori di Amazon. Condizioni di lavoro che rappresentano in ogni caso il primo problema da risolvere e l’aspetto più importante della vertenza in corso.

In conclusione i promotori dell’iniziativa puntano sul coinvolgimento massimo dell’opinione pubblica affinché Amazon comprenda la necessità di normalizzare, in aderenza ai valori del lavoro insiti nella tradizione italiana, il suo atteggiamento nei confronti della società italiana, delle sue istituzioni, di quei principi che, come ha detto Malcotti, “non riducono il lavoro ad una mera variabile di costo”.