Se ascolti Radio Sound, sai che siamo molto vicini ai fatti di cronaca piacentina e alla prevenzione. Ascolta le notizie di Piacenza e saprai che le truffe agli anziani sono all’ordine del giorno.
Ma ti starai chiedendo come e se è possibile evitarle?
Noi di Radio Sound – Piacenza24 abbiamo intervistato un massimo esperto a Piacenza, del settore delle truffe agli anziani: il Comandante della compagnia dei Carabinieri di Piacenza, Stefano Bezzeccheri.
Il comandante Bezzeccheri è stato ospite ai microfoni di Radio Sound per parlare dell’odioso fenomeno delle truffe agli anziani.
Bezzeccheri ha offerto agli ascoltatori alcuni preziosi consigli su come difendersi da finti tecnici, finti addetti Iren, finte forze dell’ordine. Ma purtroppo oggi le truffe non sono solo più solo porta a porta, bensì vengono messe in atto anche telefonicamente come dimostra il raggiro del finto incidente.
Consiglio del comandante dei Carabinieri Bezzeccheri: “Chiamateci sempre, anche per un semplice sospetto”
Truffe agli anziani: I consigli del comandante Bezzeccheri
“Io consiglio sempre di tenere a portata di mano un telefono cellulare e un taccuino con i numeri verdi delle varie aziende e i numeri delle forze dell’ordine. In caso di dubbi o sospetti, lo ripeto ancora, chiamate senza nessun timore di disturbarci per un falso allarme”.
In caso si presentasse alla porta invece il classico finto tecnico o il finto operatore delle forze dell’ordine, cosa fare?
“Queste persone sono molto astute e si presentano in modo da non suscitare dubbi di alcun tipo, quindi con tesserini, documenti, divise, pettorine e quant’altro. Il loro approccio è molto convincente e non bisogna lasciarsi ingannare.
Il primo passo è non aprire, non siete obbligati a farlo: chiamate il 112 o il 113 spiegando i vostri dubbi in merito alla persona che ha suonato al vostro campanello, non rischiate assolutamente nulla e, ripeto, noi siamo pronti a intervenire. Se poi dovesse essere un falso allarme non temete di disturbarci per niente: poco tempo fa ci ha chiamato una donna raccontando che un uomo stava bussando con insistenza alla sua porta presentandosi come un tecnico Iren. Insospettita la padrona di casa ha richiesto il nostro intervento. Noi ci siamo precipitati sul posto e abbiamo controllato la posizione dell’uomo indicato dalla richiedente. Ebbene, alla fine si trattava davvero di un tecnico Iren, regolare e incaricato dalla stessa azienda: nessun truffatore dunque, ma noi siamo stati molto felici di intervenire e chiarire una situazione che poteva sembrare ambigua”.
La truffa telefonica del finto incidente
I malviventi si informano sulle abitudini, sulle situazioni familiari e sulle generalità (nome, cognome, indirizzo ecc.) delle vittime designate. Una volta scelto l’obiettivo agiscono. All’anziano di turno arriva una telefonata da parte di un presunto carabiniere o di un avvocato che dice: “Suo nipote (o suo figlio a seconda dei casi) ha causato un sinistro stradale e ora è qui con noi. Avrebbe bisogno subito di soldi per poter sbrigare le prime pratiche” il tutto minacciando denunce, querele e guai di vario tipo per il familiare. La vittima del raggiro molto spesso si fa prendere dal panico e decide subito di “collaborare” accettando di incontrare i falsi avvocati o falsi carabinieri a un orario e in un luogo stabilito. A volte sono gli stessi truffatori a recarsi a casa dell’anziano, fatto sta che alla fine il malcapitato arriva a cedere ai truffatori le somme richieste, spesso si tratta di cifre ingenti.
Può capitare che però la vittima designata raggiunta al telefono non si fidi e voglia approfondire la questione prima di cedere i soldi. Attenzione perché a quel punto i malintenzionati hanno già pronto il piano B.
Un classico delle truffe agli anziani: Il trucco della telefonata….su apparecchi fissi.
Prima però è doverosa una premessa:
Durante una qualsiasi telefonata tra apparecchi fissi si innesta un normale meccanismo che però non tutti conoscono. Se una delle due persone che stanno parlando al telefono riattacca ma l’altra persona non lo fa, la linea non si interrompe e resta per così dire “viva”, ovvero le due persone restano in contatto: in questo modo se la persona che ha riattaccato la cornetta riporta all’orecchio il telefono troverà di nuovo la persona con cui stava chiacchierando poco prima e che a differenza sua non ha riagganciato.
Ebbene, i malviventi sfruttano proprio questo fenomeno poco conosciuto. Se la vittima del raggiro non si fida e vuole accertarsi di quanto raccontato dai truffatori, questi ultimi la invitano cordialmente a chiamare i carabinieri: “Fa bene a non fidarsi, di questi tempi la prudenza non è mai troppa. Chiami direttamente in caserma che le spiegano tutto”.
A quel punto la vittima “mette giù” mentre il truffatore non riattacca e resta al telefono. A questo punto, considerato anche il tenore della notizia appena comunicata, è facile che l’anziano di turno riprenda in mano il telefono e chiami nel giro di pochi secondi il 112.
I malviventi, che ricordiamo stanno tenendo occupata la linea, sentono il rumore dei tasti digitati dalla persona e quando la vittima digita il terzo tasto (ovvero il 2 di 112) rispondono: “Carabinieri buongiorno!”. A quel punto il gioco è fatto: la persona chiede conferma di quanto raccontato dai truffatori poco prima e gli stessi truffatori (magari un complice giusto per cambiare voce) confermano il tutto convincendo il malcapitato a pagare la famosa e ingente somma.
Truffe agli anziani: I consigli per come difendersi dal momento preciso in cui squilla il telefono?
“Innanzitutto verificare se il figlio, o il nipote, si trova davvero nei guai e questo si può fare chiamando direttamente il 112 o 113 con il cellulare. Chiamare le forze dell’ordine anche per un semplice dubbio è un diritto dei cittadini se non addirittura un dovere, quindi invitiamo sempre a contattarci anche solo in caso di sospetto – spiega Bezzeccheri – in caso la telefonata risultasse anomala noi siamo pronti a intervenire”.
Intervista:
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