Trespidi, il programma in dieci azioni. Tra gli impegni una nuova scuola in periferia

Massimo Trespidi ha scelto i giardini Merluzzo per la presentazione del suo programma. “Un luogo non casuale, ma segno concreto di una svolta che deve partire anche dai luoghi. Questo è ciò che diventare: un luogo di festa, di gioia, ripulito dal degrado e dalla sporcizia” ha usato queste parole il candidato Trespidi rivolgendosi ai piacenti che sono arrivati ad ascoltarlo. Una presentazione originale e colorata preceduta da un flash mob per dire che dietro al programma ci sono i volti delle persone comuni. Proprio loro hanno dato vita ai ventiquattro pannelli su cui è stato stampato il programma, sfogliandoli, idealmente, per le vie della città, dal point di corso Vittorio Emanuele, passando per piazza Cavalli, piazza Duomo fino ai giardini Merluzzo. “Il nostro programma è scritto da cittadini liberi di dare un futuro a Piacenza. Fino a ieri era il prodotto editoriale meno letto sul pianeta, il nostro sarà il più letto, perché ci piace essere i primi anche qui. Abbiamo pensato a questa presentazione – ha spiegato – perché vogliamo investire su un’amicizia civica che riapra dialoghi tra mondi diversi e costruisca spazi ed occasioni d’incontro”. Dal parlo, attorniato dalle tavole “parlanti”, Trespidi ha illustrato il programma puntando soprattutto sulle priorità per Piacenza declinate in dieci azioni. “Per una città per i giovani vogliamo costruire una nuova scuola in periferia a ridosso di una grande area verde o un parco. Dovrà avere una forte carica innovativa sul piano didattico ed ecosostenibile”. Riferendosi al centro storico “siamo nel cuore della città che ha subito continui maltrattamenti negli ultimi anni; i soldi sono stati spesi per creare loghi e siti web, per favorire gli amici degli amici. Il vero problema del centro, in realtà, sono i parcheggi. Un’ altra eredità che ci lascia l’attuale amministrazione è l’area ex Acna, la situazione indecorosa è sotto gli occhi di tutti. Occorre prendere di petto questa situazione e pensare ad una futura destinazione, ad esempio, un parcheggio per il vicino ospedale”.

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“Una città più sicura, più bella, più verde, più viva. “Sono le quattro cose che ci chiedono i cittadini – ha detto Trespidi – la sicurezza con un presidio dell’esercito 24 ore su 24 in alcune zone della città, il potenziamento dell’illuminazione pubblica, il rinnovo del sistema di videosorveglianza, la lotta senza quartiere all’accattonaggio e alla prostituzione. Una città più viva con l’organizzazione di cinque grandi eventi all’anno di richiamo nazionale e la rivalutazione realistica della candidatura di Piacenza a Capitale Italiana della Cultura 2020; una città più bella con la trasformazione in parco pubblico della Pertite, siamo stati i primi a dirlo l’8 aprile in pizza Cavalli dopo che l’hanno chiesto 30 mila piacentini, la sistemazione del lungo Po e la riorganizzazione di piazza Cittadella. Che fine ha fatto il parcheggio promesso dall’attuale amministrazione, non doveva esser pronto per settembre 2017? Una città in movimento con la sostituzione dei bus con soli bus elettrici, nuovi stalli per le bici dei pendolari; una città al lavoro con la creazione di un piano commerciale coordinato della città dalle periferie al centro. L’assessore al Commercio non può più essere un organizzatore di eventi, ma pensare a politiche che diano un indirizzo di programmazione alla rete commerciale della città. Commercio e viabilità sono connesse, non possono essere l’uno a scapito dell’altra. Una città per tutti con una riorganizzazione del welfare e l’attivazione di un buono spesa che i cittadini potranno utilizzare dove e come desiderano; una città più semplice con wi fi di nuova generazione, collegamento delle scuole in banda ultra larga. Non vogliamo un libro dei sogni e quindi occorre essere seri e responsabili sull’utilizzo delle risorse; il Comune deve decidere se fare l’imprenditore, con i soldi dei contribuenti, o se investire sui servizi per i cittadini. Fuori il Comune dagli affari. Fuori il Comune dalla finanzia, fuori il Comune dalle partecipate che sono un pozzo di San Patrizio. La gente ci chiede di essere sempre più liberi, di essere noi stessi, di poter scegliere il nostro futuro e quello dei nostri figli”.