“Per la questione dell’acqua del Trebbia e del relativo rilascio assistiamo ad una disinvolta invasione di campo che prelude a niente di buono per il nostro futuro, al di là di una finta risoluzione dei problemi immediati”. Così dice un comunicato del Sindacato della Proprietà fondiaria, critico da tempo sulla gestione del problema.
“Il Consorzio di bonifica – dice il comunicato – si presenta come chi rilascia o non rilascia, confondendo i ruoli esecutivi con quelli decisionali. In realtà, che gli agricoltori – in mancanza di adeguata rappresentanza – si facciano difendere da un ente del genere già la dice lunga. E i fatti negativi tengono dietro regolarmente”. Il comunicato così prosegue: “La questione va portata in sede nazionale e la mancanza di adeguati rappresentanti politici in proposito, che sappiano farsi valere a Roma, non deve distogliere dal perseguimento dell’obiettivo. Come già anni fa, è in questa sede che il problema – conclude il comunicato della Proprietà fondiaria – deve essere deciso come sede competente. Accontentarsi di parziali (ed incongrui) rilasci solo per comparire mediaticamente, porta (e porterà) ad ulteriori ritardi ed a conseguenti sconfitte. Da sempre i vuoti vengono da qualcuno riempiti: sta agli enti rappresentativi non delegare a chicchessia, e tantomeno ad un ente squalificato nonostante l’assistenza in campo visivo di cui dispone. La rappresentanza e la politica (per quanto capace di incidere; e non è molto, in sede nazionale, al di là di qualche sceneggiata locale) riprendano con forza il proprio ruolo”.