Il ministro alle politiche agricole Martina ha espresso la volontà di rendere chiara anche nei ristoranti l’origine delle carni consumate, pretendendo la massima trasparenza che è chiesta per gli altri prodotti. Esulta il Consorzio la Carne Che Piace, tramite una nota del presidente Giampaolo Maloberti: «Nei mesi scorsi, abbiamo sottoscritto la Carta di Padova, una tavola rotonda che ha sancito un cambio di passo degli attori della zootecnia bovina da carne in Italia, inviando richieste precise al governo italiano. Tra le priorità, spiccavano la rintracciabilità dell’origine delle carni bovine nella ristorazione e l’informazione al consumatore. Oggi, finalmente, iniziamo a intravedere i risultati di questo impegno, grazie al quale il comparto potrebbe trarre enormi benefici».
«Se le dichiarazioni del ministro Martina si tramuteranno in realtà concreta – prosegue Maloberti – sarà un’ottima notizia: troppo spesso, infatti, la qualità delle carni italiane viene compromessa dall’importazione libera e senza regole dai Paesi oltreoceano, dove la sicurezza alimentare pare essere solo un optional. La zootecnia da carne, infatti, è stata ripetutamente colpita da scandali legati a frodi internazionali. Occorre evidenziare la sana reputazione della nostra filiera, che si è sempre distinta in Europa e nel mondo per qualità e controlli, nonché per il basso impatto ambientale. Inoltre, nella filiera italiana sono vietati gli ormoni al fine di salvaguardare la salute dei consumatori e degli animali, contrariamente dall’estero dove si impiegano. Il nostro sistema è uno dei meglio organizzati, con circa cinquemila veterinari pubblici coinvolti in verifiche a tappeto. Anche gli acquirenti sono invitati a fare attenzione a tali dettagli».
«Il nostro Consorzio si augura che quelle di Martina non siano parole lasciate cadere nel vuoto, come accadde in passato a proposito della rintracciabilità del latte: pur millantando più trasparenza al consumatore con nuove regole per latte e derivati, tutt’ora le etichette di questi alimenti hanno parecchie lacune. Valorizzare e proteggere le carni italiane – conclude Maloberti – deve essere un impegno trasversale a livello istituzionale».