“La bellezza ci aspetta ovunque. Mi auguro che questo luogo, così come tutti quelli del Piacentino, vengano conosciuti per i tesori artistici che conservano e diventino meta di un turismo che dia linfa a quella che io chiamo l’economia della bellezza e che questo sia di buon auspicio per un’Italia migliore”. Vittorio Sgarbi ha appena concluso il suo intervento a Monticelli, ultima tappa della sua giornata piacentina – ospite della Banca di Piacenza – dedicata all’arte del Pordenone (prima in Santa Maria di Campagna e poi a Cortemaggiore). Si prende la terza scorpacciata di applausi il critico d’arte, che ha sottolineato che pur non essendoci opere del Pordenone a Monticelli, c è un filo che li lega: I Pallavicino. “Rispetto a Pordenone che portò Roma al Nord – ha spiegato Sgarbi – qui il percorso è diverso e precedente. Siamo al centro dell’Europa con il Gotico internazionale, con quello splendido esempio di miniatura degli affreschi della cappella del Bembo (che il critico d’arte è andato a rivedere, ndr), una delle opere più importanti del ‘400. L’immagine che oggi mi ha più colpito è stata l’ultima cena: ci sono dei particolari che mi portano a pensare che prima di dipingere la sua Leonardo sia passato di qui”.
Dopo la lectio magistralis sul Pordenone tenuta a Santa Maria di Campagna davanti a un numerosissimo pubblico, Vittorio Sgarbi ha fatto tappa a Cortemaggiore. Ha dapprima visitato l’Oratorio di San Giuseppe apprezzando soprattutto le opere del Tagliasacchi e del Chiaveghino e ricordando che fu lui a dare l’input alla Banca di Piacenza per il recupero di questo piccolo gioiello, per poi trasferirsi nella basilica di Santa Maria delle Grazie, dove era ad attenderlo un folto pubblico. “Pordenone fu incaricato dai Pallavicino di affrescare la chiesa dell’Annunziata nel 1529: l’artista friulano era stato a Roma, conosciuto Raffaello, visto Michelangelo e arrivò qui con voglia di raccontare la sua esperienza, come Modigliani di ritorno da Parigi. Pordenone portò Michelangelo a Cortemaggiore e a Piacenza”. Sgarbi ha sottolineato come la sua città natale si sia decisa solo il prossimo anno di celebrare il suo illustre concittadino. “Sforza Fogliani ha giocato d’anticipo, ma sono riuscito a stabilire un contatto tra Pordenone e Piacenza. Porterò alla grande mostra dedicata ad Antonio de’ Sacchis a Pordenone la splendida Deposizione che avete qui nella chiesa dell’Annunziata, la pala d’altare che si trova a Capodimonte (nella cappella dei Pallavicino, come noto, c’è una copia, ndr) e anche la Pietà che è stata scoperta qualche anno fa e che avete qui in questa meravigliosa basilica”. Il critico d’arte è stato accompagnato nel corso delle tre tappe piacentine dal presidente del comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani.