Teatro Km 0, il 22 aprile va in scena “Raccontando il sentiero dei nidi di ragno”  con Pino L’Abbadessa

Domenica 22 aprile alle 21 è in programma il secondo appuntamento al Trieste 34 della Rassegna Teatro Km 0 con “Raccontando il sentiero dei nidi di ragno”  con Pino L’Abbadessa

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In ” Raccontando il sentiero dei nidi di ragno ” l’attore mette in gioco, attraverso un articolato lavoro di reinvenzione drammaturgica, il primo romanzo di Italo Calvino, scritto nel 1946.

Personaggi, situazioni, suoni e ambienti, si concretizzano nel gioco della narrazione, e la “visione” del racconto coinvolge lo spettatore in una testimonianza concreta su importanti pagine della resistenza partigiana.

 

 

“…l’essere usciti da un’esperienza – guerra, guerra civile – che non aveva risparmiato nessuno, stabiliva un’immediatezza di comunicazione tra lo scrittore e il suo pubblico; si era faccia a faccia, alla pari, carichi di storie da raccontare, ognuno aveva avuto la sua, ognuno aveva vissuto vite irregolari, drammatiche, avventurose, ci si strappava la parola di bocca.

La rinata libertà di parlare fu per la gente al principio smania di raccontare; ci muovevamo in un multicolore universo di storie.

Chi cominciò a scrivere allora si trovò così a trattare la medesima materia dell’anonimo narratore orale: alle storie che avevamo vissuto di persona o di cui eravamo stati spettatori, s’aggiungevano quelle che c’erano arrivate già come racconti, con una voce, una cadenza, un’espressione mimica.

Durante la guerra partigiana le storie appena vissute si trasformavano e trasfiguravano in storie raccontate la notte attorno al fuoco…” ( Italo Calvino – Giugno 1964 )

 

 

Coniugando impegno politico e letteratura, l’intreccio è narrato dal punto di vista di Pin, un ragazzetto assai vivace che, alla ricerca di complicità con gli adulti, rappresenta simbolicamente lo stesso rapporto che Calvino ed altri hanno avuto con la grandezza della guerra partigiana.

Il disagio esistenziale di chi si ritrova difronte ad eventi più grandi della sua stessa vita è il nodo drammaturgico privilegiato.

Lo stupore del giovane Pin invece, è metodo di lavoro fondante il ruolo di un attore – narratore.

Teatro di narrazione quindi, teatro che racconta e, attraverso il corpo pulsante dell’attore, si rende concreto nell’essere testimone di storie vere.

La storia letta attraverso la letteratura, la letteratura ascoltata con gli occhi del teatro, il teatro che si fa storia di vita; ne risulta un contributo drammaturgico che, ispirandosi liberamente all’intreccio originale, lo riformula in una partitura scenica fatta di gesti, parole e suoni artisticamente autonoma.