La segreteria provinciale della Lega Nord e la sezione di Piacenza replicano alle critiche mosse da Cgil, Cisl e Uil all’amministrazione comunale per il mancato invito al tavolo strategico per lo sviluppo economico di Piacenza che si riunirà tra qualche giorno: «Pare quasi superfluo dover ricordare alla Triplice – ribatte il Carroccio – che a dettare le regole sulla partecipazione ad eventi organizzati dall’amministrazione comunale è la Giunta e non le sigle confederali. Giunta peraltro guidata da un sindaco che rappresenta oltre 100mila cittadini di Piacenza, il doppio dei 50mila tesserati che i tre sindacati forse raccolgono in tutta la provincia e che vorrebbero far pesare per avere un ruolo nel tavolo strategico per lo sviluppo economico della città. Preso dunque atto di questa, a quanto pare, necessaria precisazione, facciamo notare a Cgil, Cisl e Uil che non inganna nessuno la giustificazione con la quale oggi affermano di non aver voluto guidare il voto alle amministrative del 2017. Nel loro appello agli elettori vi erano infatti riferimenti a “spinte xenofobe e razziste” e alla “speranza di invertire una pericolosa tendenza verso il populismo”. Dal momento in cui è risaputo chi sia quotidianamente definito razzista, xenofobo e populista da una certa informazione, non è difficile intuire quale delle “due diverse proposte” amministrative i sindacati indicassero ai piacentini. I segretari di Cgil, Cisl e Uil – insiste la Lega – possono però stare tranquilli sul ruolo del tavolo strategico per lo sviluppo economico: sindaco e Giunta hanno infatti le idee chiare su come muoversi per ridare slancio alla città. È comprensibile che ci siano resistenze di fronte ad una nuova iniziativa e per questo assicuriamo che dietro non c’è confusione, ma concretezza. Si è solo voluto evitare un evento in pompa magna, privilegiando un gruppo con un numero adeguato di soggetti, in modo di evitare la creazione di un altro dei famigerati “carrozzoni”. Infine, suggeriamo alla Triplice di interrogarsi sull’emorragia di iscritti invece di sollevare polemiche pretestuose come questa».
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