Riceviamo e pubblichiamo la nota di Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia.
“E’ ben strano l’attuale presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che accampa provvedimenti assunti, a suo dire, per il bene dei ‘piacentini’ e, immagino, anche per il resto della popolazione emiliano-romagnola, e mette in così ampia evidenza una disposizione, quella del reddito di solidarietà, che, come è stato provato, premia percentualmente soprattutto nuclei stranieri residenti in regione.
Tutto questo mentre il suo partito, il PD, critica aspramente il ’reddito di cittadinanza’ nazionale, che, almeno, sembra porre delle condizioni per essere ottenuto. Va da sé che il Partito democratico è abituato a delegittimare pregiudizialmente ogni progetto proposto o realizzato da altre forze politiche, per poi copiarlo e segnalarlo come un proprio eccezionale provvedimento.
Bonaccini se la canta e se la suona in solitaria. Sa benissimo che il Pd non ha più voce in capitolo, a livello nazionale, né sa proporre un modello alternativo a quello ormai super-sbiadito che sta offrendo oggi. In Emilia-Romagna la rete capillare di potere intessuta in un settantennio si sta sfaldando sempre più velocemente, tant’è che ci sono serie possibilità che il prossimo presidente della Regione sia alternativo a chi ha comandato in questi anni.
Cosa rimane a questa classe dirigente cattodem emiliano-romagnola se non la propaganda? E Bonaccini se ne serve a piene mani.
Lo vediamo dalle risorse solo promesse ai territori in una eterna campagna elettorale. Lo si vede dalle troppe iniziative non realizzate in tema di tutela della montagna e dei suoi abitanti. Lo si vede dalla burocrazia asfissiante che ritarda ogni progetto. Lo si vede dagli enciclopedici Piani, come il Pair 2020, da cui la Giunta regionale deve fare precipitosi passi indietro perché inattuabili e punitivi per la popolazione (vedi blocco dei Diesel euro 4, delle stufe a pallet e dei camini).
L’Emilia-Romagna è ovviamente una regione tra le più all’avanguardia in Italia, ma non certo grazie all’amministrazione regionale. La carta vincente sono la posizione e le straordinarie capacità del nostro tessuto economico e imprenditoriale. La Regione, semmai, blocca le residue potenzialità. I trasporti fanno acqua da tutte le parti, e la Regione ne ha in gran parte la responsabilità, il sistema sanitario non è più quello additato ad esempio nei decenni scorsi. Per non parlare dell’insicurezza e della criminalità che ci vedono ai primi posti nelle classifiche nazionali e su cui la Regione e i sindaci del Pd hanno responsabilità, anche considerando i milioni spesi in un progetto rivelatosi totalmente inutile e durato anni come ‘Città sicure’. Per non parlare della gestione irresponsabile dell’immigrazione irregolare e della noncuranza con cui si è consentito l’insediamento di centri dell’islamismo radicale sul territorio regionale. Cosa rappresenti politicamente l’attuale presidente della Regione lo spiega bene il suo più recente salto della quaglia: da acceso sostenitore del neo-centralismo renziano, durante la campagna per la fallimentare riforma costituzionale nel 2016, Bonaccini si è trasformato in campione dell’autonomia regionale al seguito di Lombardia e Veneto nel 2017. Quando si parla di coerenza…”.