“Stop alla colonizzazione israeliana”, alla Caritas la voce dei giovani palestinesi

Hebron è una grande città palestinese della Cisgiordania che, come il resto della Palestina, dal 1967 è sotto occupazione militare israeliana. Tutt’attorno sorgono insediamenti israeliani, illegali secondo il diritto internazionale: ma all’interno della città vecchia palestinese abitano 600 coloni ultraortodossi “difesi” da 1500 soldati israeliani. Negli anni ciò ha comportato infinite violenze e umiliazioni per i palestinesi, fra cui la chiusura di Shuhada Street, la via principale della città: un provvedimento che ha di fatto creato una situazione di apartheid nel cuore stesso di Hebron, dove alcune persone possono circolare (gli israeliani) e altre, per il solo fatto di essere palestinesi, no. Da sette anni Open Shudada Street, una campagna internazionale nonviolenta, organizza per il 25 febbraio manifestazioni per protestare contro l’apartheid israeliano e per chiedere uguaglianza, rispetto dei diritti umani a Hebron e in tutti i territori occupati, la riapertura di Shuhada Street e la fine dell’occupazione militare.

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A Piacenza, sabato 24 febbraio ore 16.30, presso la Caritas, via Pietro Giordani 21, saranno presenti due giovani palestinesi di Hebron, Muhammad Qafishi e Abed Amro, dell’organizzazione Youth Against Settlements (Gioventù contro gli insediamenti), un gruppo palestinese non-partitico e non religioso con sede a Hebron che cerca di porre fine alla colonizzazione israeliana della Palestina attraverso la lotta popolare nonviolenta e la disobbedienza civile.