Stangata sull’acqua nel 2017, Atersir (Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti) annuncia infatti un rincaro delle tariffe, per Piacenza si parla di un aumento del 5,5%. In una nota Atersir sottolinea: “Se si parla di tariffe all’utenza, per la famiglia media di 3 persone – che consuma circa 140 metri cubi all’anno – la bolletta media 2017 si attesta fra i 200 e i 300 euro all’anno. Gli aumenti massimi in bolletta del 2017 incidono quindi per un valore compreso fra i 16 e i 20 euro all’anno – poco più di 1 euro al mese – per la stessa famiglia media di 3 persone”.
Il livello di incremento più diffuso, pari al 5,5%, è determinato dal graduale allineamento ai livelli previsti da AEEGSI; le riduzioni evidenziano politiche di allineamento già implementate negli anni precedenti. Per quanto riguarda Rimini, a ciò si aggiunge anche l’elevata previsione di investimenti nel quadriennio 2016-2019 per l’attuazione del piano straordinario per la tutela della balneazione in quel territorio.
“Le tariffe del Servizio Idrico Integrato (SII) sono determinate in applicazione dei Metodi tariffari Idrici approvati dall’Autorità dell’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico (di seguito AEEGSI) che impongono il riconoscimento di determinati costi. Gli enti d’ambito come ATERSIR fanno le istruttorie, verificano i costi e li sottopongono all’approvazione dell’AEEGSI. Infatti le tariffe 2016-2019 per i gestori del SII della Regione Emilia-Romagna sono state approvate dall’AEEGSI con Deliberazione n.715 del 1 dicembre 2016” spiega Atersir in una nota.
“Sulla tariffa, vista la quasi totale assenza di finanziamenti pubblici, incidono anche gli investimenti; si tratta di oltre 175 milioni di euro per tutta la regione corrispondenti a circa 40 euro per abitante all’anno, valore più alto della media del nord Italia pari a 34 euro per abitante all’anno. Gli investimenti realizzati sono quelli che consentono alla Regione Emilia-Romagna (con pochissime altre nel paese) di evitare procedimenti e sanzioni per infrazione comunitaria dovuta agli scarichi delle acque non depurati o depurati in maniera non adeguata. Si tratta di cifre non trascurabili; l’importo delle sanzioni annue è per l’Italia di 480milioni corrispondenti a circa 8 euro per abitante per ogni anno a partire dal 2016. Per i territori che le hanno ricevute, si tratta di un costo improduttivo che drena al sistema una percentuale rilevante delle risorse che servirebbero per fare gli investimenti necessari”.
“Tuttavia, anche le nostre infrastrutture – pur di un buon livello qualitativo – necessitano per il loro mantenimento e adeguamento a standard gestionali e ambientali sempre più elevati, di costanti e continui investimenti: basti pensare che nel resto d’Europa, in realtà come la Francia e il Regno Unito, l’investimento medio annuo procapite nazionale nel settore idrico è almeno quattro volte quello italiano, valori assai più elevati si raggiungono in Germania e Danimarca”.
“Rispetto ai dati tariffari forniti nel corso della Conferenza del 7 febbraio 2017 e riportati dalla stampa, precisiamo che i costi rappresentati, espressi in euro al metro cubo, sono degli indicatori macro, che non corrispondono all’effettivo costo all’utenza. Si trattava di una semplificazione fatta per rendere rappresentabile un dato su tutta la regione”.
Fondo per le famiglie in difficoltà
“Gli incrementi tariffari, sui quali i sindaci per norma non hanno alcun potere decisionale, sono comunque oggetto di continua attenzione da parte degli amministratori, con particolare riguardo per le utenze in condizioni di disagio economico. Per queste infatti ATERSIR ha istituito uno specifico Fondo per il finanziamento di agevolazioni tariffarie. L’entità di tale Fondo è stata ampliata nel 2016 e 2017 a 4 milioni di euro all’anno rispetto ai circa 2,2 milioni di euro del 2015: tale aumento del fondo ha consentito nel 2016 di garantire a tutti i richiedenti il massimo previsto dall’apposito Regolamento (60 euro all’anno per ogni componente del nucleo familiare in presenza di indicatore ISEE minore o uguale a 2.500 euro, 40 euro all’anno per ISEE compreso tra 2.500 euro e 10.000 euro)”.