“Ragazzi, ho visitato 44 Paesi, ma come le nostre Alpi non ce n’è. Teniamoci stretti l’Italia”. La nostalgia di casa è più che palpabile negli occhi e nella voce di Claudio Pelizzeni che questa mattina è tornato nella sua Piacenza dopo l’impresa che lo ha portato in giro per il mondo senza mai staccare i piedi da terra, senza mai prendere aerei. Solo auto, treni, mezzi di fortuna, gambe. E il diabete. Quella patologia da cui è affetto e che per anni ha visto come una sorta di gabbia. Ora basta, però, Claudio era stanco di considerarla tale e ha voluto dimostrare prima a se stesso, poi a chiunque, che il diabete permette comunque di essere liberi. Lo ha dimostrato, eccome se lo ha fatto. Un viaggio lungo mille giorni, in Paesi spesso moderni e confortevoli, altre volte più difficili e ostici. Ma Claudio ha dimostrato a tutti che si può fare, ha dimostrato che si può essere liberi di scegliere. “Adesso però torni a lavorare eh!” gli gridano scherzosamente gli amici. Perché Claudio, per compiere questo viaggio, ha abbandonato il classico posto fisso, ha lasciato tutto per ricominciare da zero e viaggiare.
“Guarda che barba e come sei vestito, sembri un vagabondo!” chiosa la mamma di Claudio, ma si sa, la mamma è sempre la mamma, e il fatto che il proprio figlio venga accolto in stazione da una schiera di telecamere e giornalisti è una gratificazione immensa, la prova che il proprio piccolo ha fatto qualcosa di davvero grande.
“I sogni si possono e anzi si devono realizzare, le persone sono infelici quando non possono realizzare i propri sogni. E’ questo il messaggio che voglio lanciare. E’ vero, mi considero un privilegiato ma non perché sono un figlio di papà oppure perché ho i soldi: in questo viaggio ho speso veramente pochissimo, ho dormito in posti che nemmeno vi potreste immaginare, però io ho voluto fermamente realizzare il sogno della mia vita e mi sento un privilegiato perché ce l’ho fatta. Ora avanti con il prossimo sogno”.
Qual è il momento più bello che ricordi?
“Ho assistito alla riunificazione di una famiglia in Nepal, mi ha dato la forza di andare avanti. E poi la natura, ciò che ho visto in Patagonia, paradisi e mondi che mai avrei pensato…”.
E oggi quali sono le tue emozioni?
“Mi sento come un calzino spaiato nella lavatrice in modalità centrifuga”.
Dicevamo, 44 Stati attraversati (e vissuti) per un viaggio iniziato il 4 maggio del 2014 – dal traguardo in Piazza Cavalli della Piacenza Marathon. Un viaggio, quello di Claudio Pelizzeni, raccontato sul suo blog triptherapy.net e affrontato dovendo fare i conti quotidianamente con il diabete di tipo 1, nonché con tutte le difficoltà che comporta un’avventura del genere: a partire dal licenziamento dalla banca in cui lavorava passando per la volontà di girare il mondo senza usare aerei ma solamente con mezzi di trasporto comuni o non convenzionali, come le navi cargo con cui è andato in 12 giorni dall’Asia (Hong Kong) all’Australia (Brisbane), ha attraversato l’Oceano Pacifico da Adelaide a Vancouver in 26 giorni e infine l’Oceano Atlantico da Rio De Janeiro a Dakar.
In questi mille giorni – dal Tibet alla Terra dei Fuochi, dalla foresta amazzonica al deserto del Sahara – Claudio è stato uno dei pochi ad essere riuscito ad attraversare a piedi la frontiera che porta dall’India alla Birmania e in questo periodo ha deciso anche di scrivere un libro per raccontare la sua avventura: “L’orizzonte ogni giorno un po’ più in là”. E’ un libro auto pubblicato, 410 pagine in cui Claudio Pelizzeni racconta e si racconta. Sarà possibile acquistare sia la versione cartacea sia quella eBook su Amazon (o tramite il link dal suo blog triptherapy.net) a partire dal 13 febbraio.
Federico Gazzola