“Ci sono stati 8 giorni di sforamenti consecutivi delle PM10 dal 19 al 26 dicembre, 13 giorni a dicembre, 83 dall’inizio dell’anno in via Giordani e 90 a Gerbido. Una emergenza sanitaria ed ambientale continuativa da ottobre che evidentemente non viene ritenuta dall’Amministrazione comunale di Piacenza un problema che riguardi direttamente i Piacentini. Nessun provvedimento di limitazione del traffico, per carità è Natale e l’economia deve girare, nessun accordo con le industrie maggiormente inquinanti per ridurre le emissioni, Cementi Rossi ed Inceneritore in primis e nessun controllo delle caldaie o stufe. Un assordante silenzio interrotto solamente da un unico provvedimento, quello del divieto delle biciclette in contromano, capro espiatorio da immolare per deviare l’attenzione dai reali problemi di inquinamento e traffico che attanagliano la città da anni e che risulta evidente nessuna amministrazione, neanche quella appena eletta, intende affrontare seriamente”. Così la sezione piacentina di Legambiente.
Stesso silenzio anche dalla Regione, che attraverso Arpa in un laconico comunicato emesso ieri, dopo aver dichiarato che “la pianura Padana è stata interessata da un episodio di forte inquinamento ed in Emilia-Romagna le concentrazioni di PM10 sono comunque rimaste oltre i limiti di legge in gran parte della regione”, viste le previsioni di pioggia, ha ritenuto inutile qualunque provvedimento di limitazione emergenziale. Intorno a noi invece, nello stesso bacino padano, Lombardia e Piemonte sono corse ai ripari e sono stati assunti provvedimenti di emergenza quasi ovunque. Cantava De Andrè in una nota canzone “c’è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo “Evidentemente anche per la nuova Amministrazione e per la Regione si aspetta la pioggia, ma in questo caso è la salute dei Piacentini a piangere. E’ chiaro che questo immobilismo non sia più accettabile alla luce del grave problema sanitario che coinvolge l’intera città. Chiediamo quindi alla nuova Amministrazione atti di coraggio nell’emergenza, con la previsione di misure più drastiche di limitazioni del traffico e delle attività inquinanti, e l’applicazione di tutte quelle misure strutturali ben note che da anni attendono solo di essere adottate”.
“Le misure sono note, le ripetiamo da anni, nell’emergenza, quando è la salute ad essere messa in pericolo, occorrono blocco totale del traffico veicolare e delle industrie inquinanti dopo quattro giorni di sforamenti dei limiti di legge ed un blocco dell’accesso delle migliaia di camion del polo logistico. Ma soprattutto occorre un nuovo piano per l’aria sia comunale che provinciale, che coinvolga anche i comuni di cintura intorno a Piacenza, serio e rigoroso, che preveda un cronoprogramma di interventi strutturali tra i quali il sistema dei parcheggi scambiatori intorno alla città ed un trasporto pubblico, che da cenerentola degli interventi , diventi priorità per tutti i comuni, per dare alternative sostenibili ai cittadini, un nuovo ed efficace programma per prevedere la delocalizzazione di industrie inquinanti e la definitiva chiusura dell’inceneritore e finalmente dotare il polo logistico una seria piattaforma ferroviaria di interscambio merci per ridurre fortemente le migliaia di camion settimanali che avvelenano la nostra aria . Ricordiamo ancora una volta che ad ogni euro investito per limitare l’inquinamento corrispondono 10 euro di risparmio in costi sanitari e previdenza”.
“A questo proposito, dal momento che l’inquinamento incide fortemente sull’aspettativa di vita dei cittadini e Piacenza è una città fortemente a rischio, proponiamo e auspichiamo che l’Amministrazione si faccia promotrice presso l’ Ausl di un vero e proprio osservatorio epidemiologico sulla salute dei cittadini, sui rischi da esposizione agli inquinanti atmosferici ed ambientali, quanto a tumori, malattie cardiovascolari, respiratorie, con lo scopo di confrontare ed incrociare i dati ambientali e della salute dei cittadini ed avere in questo modo un quadro chiaro della situazione per poter fare reale prevenzione per migliorare la qualità della vita dei cittadini ed impostare le corrette politiche territoriali e sanitarie”.