Sindacato USB, sciopero e manifestazione nazionale a Roma il 10 e 11 novembre

In occasione del primo anniversario della morte di Abd El Salam, il facchino egiziano morto dopo essere stato travolto da un tir durante uno sciopero, l’Unione Sindacale di Base (U.S.B.) ha organizzato sabato scorso alle 10 nell’auditorium S.Ilario in via Garibaldi a Piacenza un convegno dal titolo “LA SCHIAVITU’ NELLA NUOVA CATENA DEL VALORE” in cui sono stati affrontati i temi legati alla logistica, alle condizioni di sfruttamento e negazione dei diritti sindacali in quel settore.

Radio Sound

All’iniziativa hanno partecipato MONI OVADIA artista ed intellettuale con un contributo riguardante la dignità nel lavoro, GIORGIO CREMASCHI già dirigente FIOM che ha parlato di diritti nel mondo del lavoro, PAOLO LEONARDI dell’esecutivo nazionale USB che ha illustrato la piattaforma sindacale per la logistica e lo sciopero generale del 10 novembre contro le politiche di austerità del governo Gentiloni, ENRICO BOSANI della Rete di Autoorganizzazione Popolare (R@P) che invece ha presentato le proposte di resistenza concreta alla crisi (gruppi di acquisto, casse di resistenza, assistenza legale antisfratti ecc.).

Il sindacato ha annunciato lo sciopero generale del 10 novembre e la manifestazione nazionale dell’11 novembre a Roma: “Nel Documento di programmazione Economica e Finanziaria che il Governo italiano sta scrivendo, e che sarà soggetto ai vincoli e alla preventiva approvazione dell’Unione Europea, l’unica cosa che si capisce bene è che ancora una volta il sostegno dello Stato andrà alle imprese invece che ai lavoratori. Infatti mentre si rinnovano gli sgravi contributivi alle imprese, che mettono sempre più in difficoltà l’INPS, per favorire un’occupazione che sarà ad orologeria, cioè scadrà non appena scadranno gli sgravi come è sempre successo negli ultimi anni, non si concede nulla ai salari e agli stipendi dei lavoratori ormai stremati da una crisi che ha ridotto pesantemente la capacità di acquisto delle famiglie. Oltre 200.000 ulteriori posti di lavoro sono a rischio solo nelle grandi aree di crisi industriale e le privatizzazioni hanno prodotto e stanno ancora producendo centinaia di migliaia di esuberi” sostiene il sindacato.