Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Sindacato della Proprietà Fondiaria di Piacenza sul problema della scarsità d’acqua.
Se si mette insieme una “compagnia di difesa” non credibile, è per forza di cose che la guerra per l’acqua si perde.
La nostra difesa, dunque, è affidata: al Consorzio di bonifica (che – spendendo, fra l’altro, 95mila euro all’anno per autopromuoversi – l’acqua irrigua la fa pagare ben più dei condominii privati); all’Iren (che macina utili a favore dei Comuni partecipanti e teoricamente controllanti, con un colossale conflitto di interessi, sottolineato anche dal ministro Galletti); ad Atersir (che è l’ente – per così dire – che, costituito dai Comuni, avalla le spese che i Comuni espongono e sulla base delle quali, così controllate…, vengono fissate le tasse rifiuti); alle associazioni degli agricoltori (tutte impegnate nella melassa del Consorzio di bonifica, di cui sono amministratrici); ai politici che si parlano tra di loro, dandosela da intendere, fuori da ogni contatto con gli interessati.
Una “compagnia” del genere, che credibilità ha mai? Per forza di cose, anche qua, giochiamo – quando lo facciamo – in difesa, tutt’al più: se attaccassero qualcuno, ad esempio, chi deve provvedere e invece non provvede, salterebbe la pacifica generale e reciproca quiete, fondata sulla situazione anzidetta. È ora allora che ci si organizzi: noi lo stiamo facendo, stiamo operando per nostro conto. La via è quella di ricorrere ai politici ed assoggettarci ai loro interessi. Noi percorriamo la via del diritto e dei sacrosanti diritti che spettano alla comunità piacentina, consacrati in atti formali che, forse, da parte di molti neppur si conosce.