Il livello del Po mai così basso dal 2003 e affluenti a secco come l’Arda che a Fiorenzuola è completamente asciutto. Il Tg1 ha di nuovo acceso i riflettori sulla siccità e sui gravi danni causati alle coltivazioni. Ieri, giovedì 17 agosto, l’inviato Massimo Mignanelli ha fatto tappa nel Reggiano a Boretto per documentare il livello del Grande Fiume e poi si è spostato nel Piacentino e in particolare ad Isola Serafini (dove è ben visibile la scarsità d’acqua del Po), a Fiorenzuola dove l’Arda è completamente a secco e a Pontenure, dove l’agricoltore Gianni Alussi ha mostrato alle telecamere uno dei suoi campi di pomodori, devastato dalla siccità e dalla grandine dello scorso 29 luglio. “Il 90% di questi pomodori si è staccato e sta marcendo” ha commentato lo stesso Alussi.
“Le alte temperature e la carenza di pioggia hanno gravemente danneggiato non solo il pomodoro – che tra Piacenza e Parma rappresenta un terzo della produzione nazionale – ma anche i vigneti, il mais e il foraggio” ha spiegato il direttore di Coldiretti Piacenza Giovanni Luigi Cremonesi.
Anche Raitre ha documentato la siccità che ha colpito il Piacentino: nei tg dell’Emilia Romagna di mercoledì 16 agosto l’inviata Francesca Romanelli ha dato voce all’apicoltore Francesco Emanueli. “Le ultime fioriture hanno prodotto poco nettare, a causa del clima. Hanno infatti dovuto affrontare non solo la siccità ma anche le gelate di aprile”.
Quest’anno nel Piacentino si prevede un calo fino al 70% della produzione di miele, 150mila chili a fronte di una media annua nel territorio di 400/500mila chili. “Per il futuro – ha commentato Emanueli – si potrebbe pensare di creare dei pascoli apistici per aiutare gli apicoltori nella gestione degli alveari”. Nel Piacentino gli apicoltori sono circa 350, con 10mila alveari.
Il Tg3 si è poi spostato in alta Val Tidone, a Pecorara, dall’allevatore Giovanni Manfredi. “Ci manca circa il 50-60% del fabbisogno di foraggio e quindi dobbiamo acquistarne molto di più, un danno economico davvero rilevante”.
Secondo la Coldiretti la mancanza di acqua ha colpito tutte le produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino ai cereali, ma anche i vigneti e gli uliveti ed il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte. “Siamo di fronte quest’ anno – commenta Cremonesi – al moltiplicarsi di eventi estremi con l’alternarsi di caldo anomalo, siccità, bombe d’acqua, grandinate violente, un impatto devastante sull’ambiente, l’economia, il lavoro e il turismo”.
Il 2017 è stato fino ad ora il secondo anno più caldo del pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,90 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. E’ quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti gli ultimi dati relativi ai primi sette mesi della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1880. Un risultato determinato dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – dall’inizio dell’anno ogni mese si è classificato sul podio del più caldo da 138 anni.