A Piacenza e Parma si stimano danni causati dalla siccità per oltre 100 milioni di euro. Riguardano soprattutto il pomodoro da industria, i cereali, la frutta, gli ortaggi, le barbabietole e la soia. Numeri elevati che hanno portato il Governo alla dichiarazione dello stato di emergenza ai quali si aggiungono altri 50 milioni di danni per i nubifragi, le grandinate e il vento forte. E’ quanto emerge dal Dossier della Coldiretti presentato questa mattina, lunedì 17 luglio a Roma, dal presidente nazionale Roberto Moncalvo all’Assemblea con gli agricoltori provenienti da tutte le province per il primo focus dedicato all’impatto sull’agricoltura nazionale dall’eccezionale situazione climatica.
Secondo Coldiretti salgono a circa 2 miliardi le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti da un andamento climatico del 2017 del tutto anomalo che lo classifica tra i primi posti dei più caldi e siccitosi da oltre 200 anni, ma segnato anche da disastrosi incendi e violenti temporali che si sono abbattuti a macchia di leopardo sull’intera Penisola.
Secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti il livello idrometrico del fiume Po è sceso a 3,15 metri sotto lo zero idrometrico, quasi mezzo metro più basso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo le ultime rilevazioni al Ponte della Becca. Lo stato del più grande fiume italiano – sottolinea la Coldiretti – è rappresentativo della crisi idrica del Paese, anche perché dal bacino idrico del Po dipende il 35% della produzione agricola nazionale.
All’assemblea nazionale di oggi ha partecipato il presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti. “Questi dati – commenta Crotti – mettono in evidenza una certa arretratezza del nostro Paese, in quanto un Paese moderno deve considerare strategica l’agricoltura. Al di là dei danni che permangono – conclude Crotti – risulta evidente la necessità di costruire un piano di interventi strutturali che consentano una miglior gestione della risorsa idrica”.
Tra i numeri allarmanti ci sono quelli relativi alle precipitazioni: “Quasi 9 litri di pioggia su 10 sono perduti”. Secondo la Coldiretti l’Italia resta infatti un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattengono solo l’11%.
“Siamo costretti ad affrontare una grave emergenza perché è mancata la programmazione” – ha affermato il presidente nazionale Roberto Moncalvo – in un Paese che è ricco della risorsa acqua, ma che deve fare i conti con cambiamenti climatici in atto. Aumento delle temperature estive, sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, più elevato numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, ma soprattutto modificazione della distribuzione delle piogge e aumento dell’intensità delle precipitazioni con una forte perdita per scorrimento sono effetti dei cambiamenti climatici prevedibili che – ha continuato Moncalvo – richiedono interventi strutturali”.
La responsabilità degli agricoltori è evidente anche nell’affrontare l’emergenza incendi con la Coldiretti che ha promosso l’alleanza tra gli agriturismi a marchio Campagna Amica e Federforeste con l’avvio di una task force per il monitoraggio, prevenzione e valorizzazione dei boschi.