Il celebre critico d’arte Vittorio Sgarbi visita in anteprima la salita agli affreschi del Pordenone nella chiesa di Santa Maria di Campagna. Il percorso che conduce alla cupola della basilica è ancora in fase di allestimento ma già si intravede l’imponente lavoro che la Banca di Piacenza sta portando a compimento: messa in sicurezza dei gradini, illuminazione hi tech e i vetri della cupola nuovi per permettere ai visitatori di ammirare, oltre agli affreschi, anche il panorama mozzafiato. L’evento, che inizierà a marzo e durerà alcuni mesi riscopre infatti il cosiddetto “Camminamento degli artisti” perché lì gli studenti dell’Istituto d’arte Gazzola si recavano per vedere gli affreschi del Pordenone da vicino e studiare in quel modo anche la prospettiva. Nella cupola di Santa Maria di Campagna è percorribile, anche da più persone, una galleria circolare, aperta sull’esterno della città, il cui panorama è così leggibile a 360 gradi.
La Banca di Piacenza realizzerà l’evento in questione in collaborazione con il Comune di Piacenza (proprietario dell’immobile) e con la Comunità francescana (co-modataria dello stesso).
La manifestazione sarà poi collegata anche ad una grande mostra sul Genovesino e ad un’altra mostra intitolata “I nuovi Ghittoni”, con opere dell’apprezzato artista piacentino non già esposte alla mostra curata da Vittorio Sgarbi.
“Interessante perché si può ammirare da vicino il lavoro di un artista che proprio in Santa Maria di Campagna ha lasciato le sue opere più importanti. Questi artisti che lavoravano fuori casa sono estremamente significativi perchè testimoniano culture che si spostano, sono quegli anni in cui si muove una visione internazionale dello stile e dell’arte, dopo Raffaello e Michelangelo, e questi sono i primi presidi di artisti che portano una lingua nuova in altre terre rispetto alla loro. L’esposizione, insieme alla mostra sul Genovesino e agli altri appuntamenti che coinvolgeranno palazzo Galli, è un’iniziativa importante che la Banca di Piacenza offre alla cittadinanza”.
Salita al Pordenone, Sgarbi in Santa Maria di Campagna: «Andrà benissimo, qui c’è la sua opera forse più importante» – Stile michelangiolesco: “Ha portato Roma al nord”- Improvvisa visita del critico anche a Monticelli
«Andrà benissimo». Il riferimento è alla Salita al Pordenone, manifestazione organizzata dalla Banca di Piacenza (dal 4 marzo al 10 giugno) che consentirà ai visitatori di ammirare gli affreschi pordenoniani della cupola della basilica di Santa Maria di Campagna stando esattamente alla loro altezza. A fare la previsione è stato domenica 4 febbraio Vittorio Sgarbi rivolgendosi a padre Secondo Ballati, sul sagrato della Basilica, al termine della visita che il critico d’arte ha compiuto accompagnato dal presidente esecutivo della Banca di Piacenza, Sforza Fogliani. Il critico d’arte, appena arrivato sul sagrato della basilica, ha ricordato come proprio in questi giorni sia già in preparazione la mostra che verrà organizzata nel 2019 a Pordenone, «che finalmente si è decisa a celebrare l’artista, che ha lasciato la sua opera forse più importante a Santa Maria di Campagna».
Armato di torcia, Vittorio Sgarbi ha osservato i capolavori del Pordenone dalla galleria circolare aperta a 360 gradi sulla città (stessa operazione compiuta anche con gli affreschi a pianterreno). Gli chiediamo un commento a caldo: «E’ sorprendente – argomenta – che ci siano dei nudi femminili in chiesa così pagani. Ce n’è più d’uno. Senza nessun riferimento solo apparente, a temi religiosi. Lì c’è una donna nuda che sembra una Venere di Tiziano. Per il resto ci sono queste figure così enfatiche e potenti (il riferimento è ai Profeti e alle Sibille delle vele, o spicchi, ndr) e tutte hanno la mano che si alza al cielo, una specie di elemento di caratterizzazione. L’idea è che questi profeti e sibille alzino la mano al cielo come per far capire che in alto c’è Dio. Poi lo stile è perfettamente michelangiolesco. Lui era stato a Roma ed è uno dei pochi pittori del Nord Italia che fossero stati a Roma prima che Giulio Romano portasse Roma a Mantova. Quello era più facile. Lui invece è sceso a Roma negli anni Venti (del 1500) ed è risalito portando l’immagine di Michelangelo in questa volta». Durante la visita hanno fatto da ciceroni a Sgarbi l’architetto Carlo Ponzini (che ha sovrinteso alla rimessa in pristino/ristrutturazione dell’intera Salita, secondo le disposizioni della Sovrintendenza e del Comune, proprietario dell’immobile) e l’ingegner Roberto Tagliaferri, dirigente dell’Ufficio Economato della Banca di Piacenza.
Della piccola delegazione giunta “in quota” ad ammirare la cupola del Pordenone faceva parte anche l’Amministratore unico di Piacenza Expo, Giuseppe Cavalli. «Avere avuto la possibilità di visitarla in anteprima con il presidente Sforza e insieme a Sgarbi – dice – è una cosa meravigliosa. Piacenza ha gioielli dal punto di vista della cultura e dell’arte che sono unici. Bisogna sfruttarli. Ho parlato con il professor Sgarbi, vedremo come Piacenza Expo di organizzare una convention su arte e cultura nei nostri spazi espositivi. Mi ha promesso che ci darà una mano».
Nel primo pomeriggio Vittorio Sgarbi aveva fatto una incursione a Monticelli, ma questa volta non alla cappelletta del Bembo (dove era stato alcuni mesi fa, definendola “il migliore esempio di pittura tardo gotica in alta Italia”), ma nella basilica del capoluogo, eretta dal vescovo di Lodi Pallavicino, anche feudatario dello stato che aveva Monticelli come capoluogo, al pari -tra i figli di Rolando il Grande- degli stati facenti capo a Cortemaggiore e Busseto. Il critico d’arte (accolto dal Sindaco avv. Gimmi Distante e dai Parroci della Basilica) si è intrattenuto in chiesa per più di due ore, visitandola in ogni sua parte anche più sperduta, ammirato per il tesoro di dipinti (molteplici i De Longe e gli Scaramuzza) che vi si trovano insieme all’antica sacrestia. Ammiratissimo Sgarbi è stato per i paramenti sacri e la preziosa raccolta di calici, conservati in canonica, che il critico d’arte ha voluto anche essa visitare.
Poi, Sgarbi – che ha promesso al Sindaco, che glielo chiedeva, di ritornare – ha chiesto, entusiasta, di salire su alcuni balconi di case del centro ed ha poi ammirato, nello studio dell’architetto Villani, un filmato in preparazione che riprende tutte le opere presenti in chiesa.
Saputo che la Basilica presenta problematiche di tipo edile, ha chiesto una precisa illustrazione delle stesse per potersene interessare al Ministero dei beni culturali.
La giornata piacentina di Sgarbi è terminata al ristorante Bella Napoli, accolto dal titolare Giuseppe Amatruda e signora: accolto da clienti e dal personale in festa, ha visitato – insieme all’avvocato Sforza – persino le cucine, tutti salutando e facendo volentieri insieme a chi glielo chiedeva selfie e fotografie. A tavola, nel mentre scriveva un articolo che compare oggi in prima pagina su il Giornale – ha gustato un piatto di calamari, più volte replicandolo prima di passare al tonno e a dolci provenienti dalla zona di Tramonti (di dove origina la famiglia Amatruda), che ha mostrato di conoscere benissimo.
Tra l’altro il critico è candidato per il centrodestra nel vicino collegio di Pomigliano d’Arco.
Da bere: Lambrusco a ripetizione ed anche un nostro Gutturnio (che ha definito ottimo e corposo) di cui ha chiesto l’uvaggio e l’origine del nome. “Da guttatim, a goccia a goccia, da centellinare cioè” gli è stato risposto.
In serata Sgarbi – che era accompagnato, come sua tradizione, da una bella ragazza con la quale aveva alloggiato al Park hotel proveniente da Ferrara (dove aveva inaugurato una mostra di quadri di sua proprietà col Ministro Franceschini) e da Bologna (dove aveva tenuto una Lectio Magistralis a Palazzo Bevilacqua) – è partito per Milano per un collegamento Tv con La7 per partecipare alla trasmissione condotta da Giletti.