“Cosa succederà al nostro sistema bancario? Cosa succederà alle poche banche italiane rimaste?”. Se lo chiede il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani, in un articolo pubblicato su Milano Finanza. Nel mirino di Sforza Fogliani la commissione d’inchiesta sulle banche, alla quale rimangono ancora pochi mesi “di vita” prima dello scioglimento delle Camere. Troppo poco tempo per poter affrontare la questione che con ogni probabilità, dunque, non verrà affrontata, secondo il presidenti di Assopopolari. “Eppure era uno dei suoi primi compiti” dice Sforza Fogliani. “In particolare, la Commissione dovrebbe accertare: 1) se è giusto che si vada verso un oligopolio bancario costituito da poche, grosse banche; 2) se ha senso che le banche cooperative siano condannate a non crescere, pena – se raggiungono attivi per 8 miliardi – la conversione obbligata della loro natura giuridica e questo per effetto del decreto Renzi/Boschi, tuttora vigente ed operante; 3) se si considera positivo che, in pratica, non esistano più banche italiane, essendo il settore per la stragrande parte ormai condizionato dai fondi speculativi esteri, come dimostrano le tabelle numeriche da me predisposte e pubblicate nel mio libro Siamo molto popolari; 4) se, specie in Italia, non si ritenga indispensabile che le banche di territorio debbano essere difese e addirittura promosse, sia per la tutela della concorrenza locale nell’erogazione del credito che per assistere nel dovuto modo le piccole-medie imprese; 5) se la Commissione di inchiesta riesca ad individuare una ragione, al di là del pensiero unico internazionale, per la quale da noi le banche cooperative siano ostacolate e negli altri Paesi (anche meno di noi basate su un’imprenditoria diffusa) aiutate a crescere, e a crescere fino alle dimensioni della più grande banca del Canada.
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