Sedentarietà e cattive abitudini, accordo tra Inps e Ausl: “Il cambiamento parte dal luogo di lavoro” – AUDIO

La sede INPS di Piacenza aderisce al progetto di promozione della salute lanciato dall’unità operativa Sicurezza e prevenzione ambienti di lavoro dell’Ausl di Piacenza. L’obiettivo è quello di arrivare a sensibilizzare i lavoratori sull’importanza di stili di vita salutari, coinvolgendo le aziende del territorio.

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Il progetto ha avuto una sua prima fase sperimentale nel 2016, durante la quale i medici competenti sono stati preparati a introdurre il tema. In particolare, sono state organizzate due edizioni di un corso per insegnare ai professionisti a cogliere il momento in cui le persone sono pronte a cambiare il loro stile di vita e ad accompagnarle nel difficile processo. Complessivamente sono stati formati 26 medici operanti nella provincia di Piacenza.

Noi per primi vogliamo dare il buon esempio partendo dal nostro posto di lavoro – spiega il direttore di Inps Piacenza Franco Artese – coinvolgendo i dipendenti in modo pratico sul tema di uno stile di vita meno sedentario. Ogni giovedì non usiamo l’ascensore, anche per raggiungere i piani più alti, e poi stiamo organizzando passeggiate legate alle giornate di primavera del Fai“.

 

 

Nell’anno della sperimentazione sono state seguite quattro aziende – spiega Maria Teresa Cella, medico del lavoro dell’Ausl di Piacenza – per un totale di circa 350 lavoratori. Sono stati organizzati incontri nei quali il gruppo di progetto (costituito da rappresentanti dei lavoratori) era condotto a interrogarsi sugli stili di vita salutari e a proporre azioni correttive che coinvolgessero tutti i colleghi (40 ore). Successivamente sono state adottate varie iniziative nelle aziende, prima fra tutte l’attuazione di campagne informative aziendali con il coinvolgimento di esperti del settore e con la diffusione di materiali informativi prodotti dalla Regione Emilia Romagna o dal Ministero della Salute: “Insistiamo molto sulla divulgazione di dati scientifici – evidenzia – per fare chiarezza in un mare di informazioni facilmente disponibili ma a volte fuorvianti”.

I temi affrontati sono stati quelli della sana alimentazione, dell’attività fisica e dell’abitudine a fumo e alcol, ma anche dell’importanza delle vaccinazioni raccomandate e degli screening oncologici proposti alla popolazione. Quindi sono state scelte delle azioni di facilitazione al cambiamento, quali per esempio la costituzione di gruppi di cammino aziendali, la predisposizione di spogliatoio dedicato a chi vuole fare attività fisica nelle pause di lavoro, fino all’istituzione di un ambulatorio del Nutrizionista. Nel 2017, anno di avvio del progetto, sono state coinvolte 13 aziende del territorio che hanno aderito per un totale di oltre 1000 lavoratori.

Tra questi, circa 100 sono stati sottoposti a una visita specifica da parte del medico competente aziendale per valutare la necessità di adottare uno stile di vita più salutare, lo stadio del cambiamento nel quale si trovava il lavoratore in quel momento e, se del caso, l’opportunità di un sostegno per esempio per smettere di fumare. “La sede INPS di Piacenza ha, già dal 2017, scelto di partecipare al progetto rivolgendo ai propri lavoratori azioni di sensibilizzazione e di informazione” spiega il direttore Franco Artese. Il primo anno è stato dedicato alla promozione dell’attività fisica. Sono state utilizzate e diffuse le immagini della campagna regionale #bastapoco ci guadagni in salute inserendole nella bacheca aziendale per la promozione della salute, nella rete intranet e negli schermi presenti in sala d’attesa. I dipendenti hanno partecipato a un evento informativo con esperti della materia e quindi hanno proposto direttamente alcune azioni per aumentare l’attività fisica.

“Un’iniziativa che ha riscosso molto successo – prosegue – è stata quella di istituire un giorno senza ascensore. Si è anche proposta l’idea di creare occasioni con pasti salutare e camminata, da fare insieme ai colleghi nella pausa pranzo”.

“L’interesse dei lavoratori va stimolato dando loro le corrette informazioni e sollecitando le loro idee. Solo le iniziative proposte da loro, in modo che siano condivise e partecipate, può portare a muoversi verso il cambiamento”, aggiunge la Cella, referente del progetto per l’AUSL di Piacenza. Questo atteggiamento fa parte del modello motivazionale che è adottato dal progetto della regione Emilia-Romagna e diffuso ai medici competenti delle aziende affinché lo utilizzino nel loro approccio ai lavoratori. Bastano piccole azioni quotidiane per muoversi nella direzione del cambiamento. “Sono le persone che devono decidere; noi dobbiamo dare loro le informazioni corrette e, insieme ai datori di lavoro, fornire opportunità concrete per sostenerli”.

Michele Salomone, direttore INPS Emilia Romagna, evidenza l’importanza di questo progetto: “Per il 2018 il focus sarà quello della corretta alimentazione. Si parlerà del tema in azienda, si raccoglieranno le abitudini dei lavoratori e ci si confronterà con loro per avere idee su come favorire un regime sano nel contesto lavorativo e nella vita di tutti i giorni”.

“L’esperienza con INPS – sottolineano il direttore generale Luca Baldino e Giovanni Lombardi, direttore Sicurezza e prevenzione ambienti di lavoro Ausl Piacenza – è un esempio di come l’interesse del datore di lavoro ai temi di prevenzione sia il primo passo da cui partire. Ricordo che i lavoratori sono cittadini che riusciamo a raggiungere perché in un ambiente favorevole, che porteranno questi messaggi nella loro vita privata e nelle loro famiglie”.

Il contesto

In Emilia-Romagna un terzo delle persone di età compresa tra 50 e 69 anni soffre di una malattia cronica (dati PASSI 2008-2012). I fattori di rischio principali per le malattie croniche sono rappresentati da fumo di tabacco, sedentarietà, consumo a rischio di alcol, alimentazione scorretta con conseguente sovrappeso/obesità, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia e diabete, tutte condizioni a loro volta correlate con gli stili di vita già citati. I dati pubblicati dal Ministero della Salute mostrano che in Emilia Romagna oltre il 40 per cento della popolazione adulta (di età compresa tra i 18 e i 69 anni) presenta eccesso ponderale (31 per cento sovrappeso e 12 per cento obesità). Questa quota aumenta fino a raggiunge il 55 per cento nelle persone che hanno più di 69 anni. A questo si aggiunge il fatto che molte persone non praticano attività fisica adeguata: solo il 29 per cento degli intervistati riferisce di svolgere un’attività fisica ai livelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Gli altri svolgono lavori sedentari e praticano attività solo nel fine settimana o, comunque, a livelli inferiori rispetto alle raccomandazioni internazionali.