Sciopero dei dipendenti Mediaworld: “Investire per contrastare il commercio online”

Ci sono nubi fosche all’orizzonte per i dipendenti di Mediaworld a Piacenza. Il prossimo 3 marzo, infatti, incroceranno le braccia per uno sciopero nazionale che riguarda da vicino tutti i lavoratori del colosso della vendita di tecnologia di consumo Mediamarket, e quindi anche i 35 dipendenti piacentini. Lo annunciano i sindacati. Martedì 27 febbraio si è svolta una partecipatissima assemblea in Camera del Lavoro con Elisa Barbieri di Filcams Cgil. Oltre la solidarietà nei confronti dei colleghi di Grosseto e Milano sopra i quali è calata la mannaia della volontà di chiusura da parte di Mediaworld, e la volontà espressa dall’azienda di non voler rinnovare il contratto di solidarietà dei punti vendita dichiarati in esubero”, a muovere i dipendenti piacentini allo sciopero ci sono diversi motivi strutturali.

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“In un incontro a metà febbraio l’azienda ha comunicato la chiusura di due centri, Grosseto e Milano, con esuberi e spostamenti di personale, e le richieste della controparte – spiega Barbieri che sta seguendo la vertenza a livello locale – hanno riguardato anche l’eliminazione della maggiorazione integrativa per le domeniche. Ma il problema è sul futuro: capiamo che concorrenti che operano nell’e-commerce, Amazon ne è l’esempio lampante, provochino perdita di utili. Ma Mediaworld ha dipendenti a contatto diretto con i consumatori e i clienti, ed è qui che occorre investire. Questa fase va governata al meglio, insieme: i lavoratori sono il punto di forza di un’azienda che vuole risollevare le proprie sorti in condizioni di mercato simili. La professionalizzazione dei lavoratori Mediaworld è un tratto distintivo e caratterizzante, perciò il rilancio deve passare da una formazione specifica del personale e dalla cura e la fidelizzazione dei clienti. Non possiamo più accettare di partecipare ad incontri dove l’azienda si limiti a comunicarci le decisioni prese senza aprire il confronto con le organizzazioni sindacali e senza tenere in alcun conto le esigenze dei lavoratori”.

“Quello di sabato, per Piacenza – conclude Barbieri al termine dell’assemblea – sarà uno sciopero di solidarietà nei confronti dei colleghi interessati nell’immediato da questa riorganizzazione, ma sarà anche una protesta che vuole far cambiare un miope atteggiamento aziendale. Rispondere alle criticità di mercato aziendali che hanno portato a perdite di 17 milioni è un obiettivo condiviso dai lavoratori, ma va perseguito in modo lungimirante”.