Sappiamo dal rapporto Ispra 2018 che il consumo di suolo non si ferma, che la provincia di Piacenza in E. R. ha il maggior spreco pro capite, che la nostra regione è la quarta in Italia. “ Il territorio è una risorsa non rinnovabile e senza interventi efficaci lo spreco di suolo non si fermerà.” L’area di San Martino a Bobbio è un esempio tipico di spreco di suolo. Una vera e propria beffa: un progetto di edificazione privata, accordi col comune ripetuti per anni e mai rispettati, vincoli paesaggistici stracciati, una promessa di riapertura terme finita con terme chiuse, ma grandi volumi di edificabilità. La val Trebbia ora ha 55mila mq di terreno agricolo in meno e 55mila mq di degrado in più. Lo scorso 17 luglio per la quarta volta il terreno messo all’asta per il fallimento della società Terme di Bobbio Village non ha trovato acquirenti. Il valore è precipitato a 350.000 euro, da 1 milione: ora sia nel caso di nuova asta sia di trattativa privata, il valore è destinato a scendere ulteriormente. Un bel boccone per qualsiasi privato che intenda impossessarsene. Una grande occasione invece per una scelta di intervento pubblico per destinare quell’area alle necessità non solo di Bobbio, ma dell’intera vallata. L’amministrazione comunale di Bobbio ha a disposizione gli strumenti legislativi necessari ( legge reg.24 sul consumo di suolo) per condizionarne la destinazione d’uso.
E’ l’occasione per intervenire e compensare un intero territorio di una beffa durata anni. L’ area di San Martino è uno sfregio all’intera vallata : dice come è stata gestita la risorsa paesaggio e terreno . Bonificata, può diventare simbolo di rigenerazione. Le condizioni di accessibilità economica e gli strumenti di legge ci sono. Occorre la volontà politica. Già il mese scorso l’Unione dei Comuni della Val Luretta e Trebbia ha discusso su una progettazione condivisa del territorio. Le proposte di utilizzo pubblico dell’area di s. Martino possono essere tante, dal ripristino di verde pubblico attrezzato a quella lanciata dal presidente dell’unione comuni, di struttura sanitaria collegata alle risorse termali. Possono essere soluzioni più o meno impegnative, da valutare in base a coerenza e necessità.
La val Trebbia, per le caratteristiche di territorio molto vasto, popolazione sempre più anziana ha bisogno di un ospedale come struttura adeguata e certa per i prossimi anni. Qualcosa di meglio e di diverso da quello che propone il piano sanitario dell’Ausl provinciale, centrato su un nuovo ospedale a Piacenza e sulla marginalizzazione dei presidi sul territorio.
Il comitato Terme val Trebbia ritiene che il primo passo sia recuperare l’area di s. Martino all’interesse pubblico, rispettandone i vincoli paesaggistici e definirne poi in seguito gli usi, ascoltando i bisogni del territorio .
Per questo chiediamo nuovamente :
1. al sindaco di Bobbio di dichiarare (legge regionale sul consumo di suolo) l’area di s. Martino “area degradata da opere incongrue”. Passaggio normativo per ottenere l’esproprio dell’area. Esproprio oggi molto meno oneroso di quanto era solo pochi mesi fa.
2. all’Unione dei Comuni val Trebbia e Luretta, alla Provincia, alla Regione, di inserire il recupero dell’area di s.Martino nelle scelte di programmazione di area vasta e di valutarne una destinazione d’uso collegata ai bisogni della valle.