In una Sala Panini di Palazzo Galli in buona parte affollata da medici, il prof. Giovanni Gasbarrini – noto gastroenterologo, già cattedratico di Clinica medica nelle università di Milano, Bologna, Chieti e alla Cattolica di Roma – ha tenuto un’interessante conversazione dal titolo “Storia di un clinico, della scuola e della sua famiglia”.
L’incontro – inserito nel calendario degli eventi collaterali alla “Salita al Pordenone”, organizzata dalla Banca di Piacenza – è stato introdotto dal dott. Carlo Mistraletti che, dopo aver mostrato al pubblico i poderosi tre tomi del “Trattato di Medicina Interna” scritto alcuni anni fa dal prof. Gasbarrini, ha ricordato i legami piacentini del noto clinico di origini venete.
“Sono legato a Piacenza – ha detto il prof. Gasbarrini – principalmente perché questa è la città del prof. Giuseppe Labò, mio mentore e mio maestro, ma anche per alcune amicizie coltivate nel corso della mia vita, come quella con il dott. Giuseppino Molinari che dirigeva la Cattolica quando insegnavo Clinica medica. Proprio da Labò ho attinto i primi importanti insegnamenti che mi hanno permesso di sviluppare gli studi e le ricerche che ho approfondito nel corso della mia carriera: studi sulla colecisti, sulle pancreatiti, sulle malattie del duodeno e sull’utilizzo dei Sali biliari che ho continuamente sviluppato e presentato nei numerosi simposi e convegni che ho tenuto in tutto il mondo”.
Attività di studio e di ricerca, insegnamento universitario ma anche l’esercizio della professione medica nei vari ospedali e ambulatori in cui ancora oggi il prof. Gasbarrini è attivo. L’affascinante conversazione tenuta dal noto clinico in Sala Panini, ha spaziato anche su alcuni aspetti della sua vita privata e familiare, enfatizzati dalla presentazione di numerose fotografie.
“L’amore per la medicina – ha proseguito il prof. Gasbarrini – l’ho ereditato da mio padre Antonio, celebre clinico che fu medico di tre pontefici: Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI. I miei ricordi legati a mio padre risalgono anche agli anni della Seconda Guerra mondiale, periodo in cui fummo costretti a sfollare prima a Bologna e successivamente a Castelbolognese. Negli anni, nonostante i ricordi legati alla tragedia della guerra, Bologna è diventata un centro importante della mia vita e della mia professione e in questa città ho coltivato tante amicizie come quelle con Lucio Dalla e Pupi Avati, mio compagno di scuola”.
L’incontro con il prof. Gasbarrini – che ha menzionato anche le sue ricerche sull’helicobacter pylori, sulla celiachia e sul Morbo di Crohn – ha permesso di ricordare anche alcuni indimenticati medici piacentini come Giuseppe Rettanni, Rino Riggio e Gianfranco Chiappa.