Cerimonia di chiusura del Bobbio Film Festival (Piacenza), rassegna che vede la direzione artistica di Marco Bellocchio affiancato da Paola Pedrazzini, con un omaggio a uno dei capolavori che hanno segnato la storia del cinema: “Blow-up” di Michelangelo Antonioni.
Sabato 5 agosto alle 21 e 15 si terrà l’ultimo appuntamento della rassegna che rappresenta, ormai da anni, un’eccellenza piacentina nel panorama culturale italiano e non solo. L’appuntamento è al Chiostro di San Colombano, dove si svolgerà, come di consueto, la cerimonia di premiazione. Giuria d’eccezione, quella presieduta da Marco Bellocchio, e che comprende i partecipanti al seminario residenziale di critica cinematografica tenutosi, sempre a Bobbio, nelle stesse giornate del festival. Insieme al prestigioso Gobbo d’Oro, saranno consegnati anche il premio del pubblico e il premio di Editoriale Libertà.
La serata proseguirà poi con la proiezione di “Blow-up”, capolavoro di Michelangelo Antonioni, nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna. La proiezione sarà presentata da Andrea Morini, responsabile della programmazione del Cinema Lumière, sala cinematografica della Cineteca. Una chiusura in grande stile, preceduta nei giorni di festival, dalla mostra fotografica “Sul set di Blow-up London 1966”, con scatti di Tazio Secchiaroli e testi di Giovanna Bertelli, allestita proprio all’ingresso del Chiostro.
IL FILM – Nella Swinging London degli anni Sessanta Thomas, un giovane e affermato fotografo, scatta in un parco alcune foto a una coppia di amanti. La donna, preoccupata, lo insegue per farsi restituire il rullino. Nel suo studio, gli si offre pur di recuperare le immagini. Grazie a progressivi ingrandimenti Thomas scopre che dietro le apparenze si annida qualcos’altro, motivo in più per indagare.
LA PRESENTAZIONE – “Tratto da un racconto di Julio Cortázar, si tratta di uno dei film più conosciuti di Michelangelo Antonioni, e di quello più apprezzato all’estero. Vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes del 1967, Blow-up appare come la quintessenza del cinema di questo regista. I temi fondamentali della sua opera, infatti, vengono puntualmente esaltati e sviluppati attraverso elementi narrativi o poetici di grande profondità”.
“Il film, girato interamente a Londra, offre un’interpretazione figurativa delle novità provenienti dalla capitale britannica: la Swinging London, le mode giovanili, la musica e la contestazione servono ad Antonioni per ambientare con precisione e perizia una “avventura dello sguardo” all’interno della civiltà contemporanea. Sembra, cioè, che al regista interessi sperimentare la tenuta dei temi a lui cari – a cominciare da quello dell’impossibilità per l’uomo e l’artista (fotografi, registi, reporter) di comprendere il mondo – dentro nuovi scenari della modernizzazione”.
“In Thomas, il protagonista, Antonioni indica la fallacia dello sguardo dell’uomo di fronte a una realtà inconoscibile. E il fatto che Thomas sia un artista aggrava la sensazione di impotenza dell’occhio e della razionalità. La fotografia che man mano viene ingrandita – attraverso progressivi blow-ups, appunto – svela nuovi particolari, inquietanti, dolorosi. Eppure, nulla ottiene una vera spiegazione, l’investigazione di Thomas si arena nel vuoto, e – in uno dei finali più famosi del cinema d’autore – egli finisce col mimare una partita a tennis senza racchette o palline. Segno dell’avvenuta sostituzione della realtà da parte della rappresentazione, in un mondo in cui l’oggettività fotografica scopre la nostra debolezza, senza al contempo garantire la comprensione della vita che ci circonda”.
Roy Menarini, Enciclopedia del cinema Treccani
IL FESTIVAL – Il Bobbio Film Festival vede il sostegno e la collaborazione dell’Associazione Marco Bellocchio e al sostegno di Ministero dei Beni Culturali, Regione Emilia Romagna, Provincia di Piacenza, Comune di Bobbio, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Camera di Commercio di Piacenza.
Per informazioni e acquisto biglietti: www.bobbiofilmfestival.it www.comune.bobbio.pc.it