Rubavano la merce alla ditta di spedizioni per cui lavoravano, arrestati tre magazzinieri. I fatti sono accaduti alla SDA di Monticelli d’Ongina. Da tempo si verificano ammanchi tra la merce stoccata e pronta per essere spedita, una situazione che ha convinto la direzione dello stabilimento a correre ai ripari, installando metal detector all’uscita dell’edificio e ingaggiando un servizio di vigilanza privata. Ebbene i nuovi sistemi tecnologici hanno dato subito i frutti sperati, portando all’identificazione di tre lavoratori, soci di una cooperativa, accusati di aver sottratto prodotti pronti per essere spediti. L’episodio più recente risale al 19 giugno: un lavoratore 36enne di origini calabresi ha fatto scattare l’antifurto al termine del turno lavorativo, motivo per cui i rappresentanti della ditta hanno chiamato i carabinieri. Giunti sul posto, i militari hanno perquisito l’uomo trovando nelle sue tasche oggetti preziosi marchio Swarowski del valore complessivo di 300 euro. A quel punto le forze dell’ordine hanno deciso di perquisire l’abitazione del sospetto, residente in provincia di Cremona: in casa i carabinieri hanno rinvenuto un telefono cellulare marca Samsung del valore di mille euro. Non avendo saputo spiegare in maniera convincente la provenienza dell’apparecchio, e alla luce dei gioielli appena sottratti, il 36enne è stato arrestato per furto aggravato e denunciato per ricettazione.
Il 21 giugno scorso, invece, era finito nei guai un collega dell’arrestato, anche lui socio della stessa cooperativa. In quel caso l’uomo, un piacentino di 48 anni, aveva pensato bene di uscire zoppicando dallo stabilimento: proprio la sua andatura incerta, però, aveva insospettito il personale di sorveglianza che aveva così chiamato il 112. Nei pantaloni il magazziniere aveva nascosto un telefono cellulare, anch’esso marchio Samnsung e anche per lui sono scattate le manette.
Il primo arresto, invece, è datato 29 marzo: in quel frangente un 28enne di origini siciliane aveva tentato di rubare un altro telefono cellulare marca Huawei del valore di circa 500 euro. Scoperto era stato anch’egli arrestato.