Riorganizzazione Saipem, interrogazione in Regione: “Timori di sindacati e imprese”

“Quali saranno gli effetti della riorganizzazione di Saipem, società italiana leader mondiale nel settore petrolifero che in Emilia-Romagna conta due sedi, a Piacenza e Ravenna, e un indotto stimato intorno ai 10mila dipendenti, concentrati in particolare nei distretti dei petrolchimici di Ferrara e Ravenna?”. È quanto chiede Gianni Bessi (Pd) in una interrogazione alla Giunta regionale per sapere se sia informata del processo in atto e, nello specifico, del trasferimento all’estero di abilità e conoscenze tecnologiche maturate sul territorio nazionale e della nostra regione. Il consigliere riporta il timore dei sindacati e delle imprese italiane del settore per la situazione di incertezza che Saipem sta vivendo, amplificata della crisi del mercato petrolifero mondiale. Una situazione “resa evidente -segnala- dai risultati del primo semestrale 2017, che mostrano un calo generalizzato e significativo degli utili e un aumento del debito netto rispetto al primo semestre 2016”.

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Bessi fa poi notare che nonostante il recente piano strategico di riorganizzazione e razionalizzazione 2017-2020, che vede la ridefinizione dell’attività in cinque divisioni, continuerebbero a sussistere i problemi occupazionali nei rami ‘on shore’ e ‘off shore’. Quest’ultimo “spostato sempre più su Parigi, -commenta- con una decisione che impatta sulle relazioni e sull’idea di italianità del settore storico, quello a più alto valore aggiunto di Saipem”. Da qui la richiesta alla Giunta regionale per aggiornamenti sul processo di riorganizzazione in corso e sue ricadute.