Riordino ospedaliero: “Studiato insieme a noi medici, non metteremmo mai in secondo piano i pazienti”

“Vogliamo che i Piacentini conoscano i perché delle scelte del nostro piano di riordino e sviluppo della Sanità”, così i medici di famiglia e i primari dell’Ausl di Piacenza che questa mattina hanno voluto esporre la propria posizione cercando allo stesso tempo di placare i timori dei cittadini in merito alla riorganizzazione della sanità piacentina. Riorganizzazione che prevede lo spostamento dell’unità spinale da Villanova a Fiorenzuola e la specializzazione dei quattro ospedali (Piacenza, Bobbio, Fiorenzuola e Castel San Giovanni). Venerdì 31 marzo, infatti, la conferenza territoriale sociosanitaria è invitata a esprimere un parere sul piano di riordino e sviluppo della Sanità a Piacenza. “Siamo medici, il nostro obiettivo è far crescere e specializzare la nostra sanità”.

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Un fronte comune composto da Guido Pedrazzini, direttore sanitario; Augusto Pagani, presidente Ordine dei Medici; Patrizio Capelli, direttore dipartimento Chirurgia; Luigi Cavanna, direttore dipartimento Oncoematologia; Fabio Fornari, direttore dipartimento Medicine; Giovanni Quinto Villani, direttore dipartimento Emergenza urgenza.

“E’ passato il messaggio che la Regione e i vertici Ausl abbiano deciso senza consultare i professionisti e gli operatori, ma non è così. E’ stato un percorso partecipato e i primi a essere soddisfatti sono proprio i medici stessi che prevedono una riorganizzazione in chiave moderna e attuale, in grado di competere con i migliori ospedali italiani. E’ un riordino frutto della visione del mondo professionale – commenta Pedrazzini – i cittadini devono meditare su questo: la sanità è la nostra vita, è il nostro mondo, siamo noi a metterci la faccia in prima persona e non lo faremmo se si trattasse di un piano dannoso per i pazienti”.

“La qualità del servizio sanitario dipende soprattutto dalle professionalità umane e dalle tecnologie, e quelle resteranno invariate, anzi, potranno essere sfruttate ancora meglio di quanto fatto fino ad oggi – spiega Pagani – era obbligatorio cambiare ed era obbligatorio farlo ora, non di poteva più aspettare. E’ chiaro che subentreranno numerose novità e qualcosa che non funzionerà ci sarà di certo, però faremo in tempo a cambiare e adeguare la nuova organizzazione alle esigenze del cittadino”.

“L’Ausl di Piacenza lavora da sempre secondo un concetto di equipe, un paziente viene seguito da più professionisti perché il nostro obiettivo è sempre stato quello di affrontare la patologia a 360 gradi. Con il nuovo piano non cambierà nulla, anzi: le varie professionalità avranno a disposizione strutture, tecnologie e ambienti idonei a migliorare le prestazioni. L’unico difetto, se così si può chiamare, è che un paziente dovrà passare dall’ospedale di Castel San Giovanni a quello di Piacenza o dall’ospedale di Fiorenzuola a quello di Piacenza: ma questo è ciò che accade già da anni nelle metropoli europee come Milano e Parigi, strutture che distano 15-20 minuti l’una dall’altra ma che costituiscono un unico ospedale. L’obiettivo di tutti noi è portare Piacenza a competere con i principali ospedali europei” è invece il commento di Cavanna.

Una posizione sostenuta anche dai medici di famiglia come Michele Argenti, Mauro Bonomini, Pasquale Romano e Daniela Serena. Dai direttori di dipartimento Giacomo Biasucci, Ermanno Bongiorni, Giuliano Limonta, Emanuele Michieletti, Massimo Nolli e Agostino Rossi. Dal direttore assistenziale Mirella Gubbelini, dai direttori di distretto Manuela Buono, Rossana Ferrante e Piera Reboli, dii primari Roberto Antenucci, Romeo Bocchi, Carlo Cagnoni, Andrea Magnacavallo, Pietro Maniscalco, Sergio Orlando e Tommaso Nicolotti e infine dalla responsabile dell’Oncologia territoriale Patrizia Mordenti.