“Non è mia consuetudine confondere il piano delle competenze personali con le tante mistificazioni e sterili polemiche che, spesso per motivi strumentali, popolano la scena politica. Tuttavia, in quest’occasione, dopo essermi confrontato con il Consiglio di Amministrazione della Galleria Ricci Oddi che presiedo, ho ritenuto indispensabile chiarire a mezzo stampa alcune questioni che ci riguardano; un’occasione per sgomberare il campo dalle tante imprecisioni e superficiali considerazioni presenti nelle parole pronunciate dall’assessore Polledri nel suo intervento all’interno del consiglio comunale del 9 aprile 2018”. Così il presidente della Ricci Oddi, Massimo Ferrari.
“L’atteggiamento che traspare dal discorso dall’Assessore, che troppo spesso abbiamo visto ripetersi negli anni indipendentemente dal “colore” politico rappresentato, attesta ancora una volta come le amministrazioni comunali nel succedersi del tempo pretendano di decidere le linee culturali, l’orizzonte promozionale, le scelte strategiche della Galleria piacentina in spregio agli atti fondativi e dello spirito con cui la stessa venne istituita dal fondatore.
Fin dall’atto della sua istituzione la nostra Galleria vive, come ebbe a disporre Giuseppe Ricci Oddi, libera da costrizioni politiche ancorché amministrative nei riguardi di ogni tipo di scelta intellettuale e tutto questo è sancito dallo Statuto originario, che prevede – quale unico organismo istituito a questo scopo – il Consiglio di Amministrazione della Galleria”.
“È spiacevole dover ancora una volta ricordare che l’Amministrazione Comunale e la Galleria Ricci Oddi sono legate da un preciso vincolo espresso attraverso l’originaria “donazione modale” dalla quale – per chi volesse prenderne lettura – emerge chiaramente l’obbligo in capo all’Amministrazione di provvedere al mantenimento della Galleria stessa, pena la risoluzione del contratto. Facile constatare come Giuseppe Ricci Oddi abbia voluto garantire la sicurezza del mantenimento di una così preziosa ricchezza offerta alla Città di Piacenza come bene comune a tutti i cittadini e non agli esponenti delle diverse amministrazioni nel succedersi del tempo”.
“Questo è, in sintesi, il motivo indispensabile per il godimento di un tate patrimonio e questo è forse quello che non si deve mai dimenticare nell’intraprendere qualsiasi riflessione sulla Galleria, che deve rimanere al difuori ed al di sopra della dialettica politica. Alla luce di quanto detto è importante chiarire che il finanziamento comunale alla Galleria Ricci Oddi viene corrisposto in ragione degli impegni assunti all’atto della costituzione ed a valle di un bilancio preventivo, predisposto dal Consiglio di Amministrazione ove siedono due membri di nomina comunale, regolarmente inviato e sottoscritto dal Comune stesso. Nonostante la chiarezza e la semplicità della procedura prevista dal fondatore, da alcuni anni l’amministrazione comunale stanzia somme insufficienti a coprire il bilancio di previsione lontane dalle effettive esigenze per la gestione della Galleria. A titolo esemplificativo, basti rammentare che negli ultimi due anni, gli stanziamenti sono stati disattesi nei termini che seguono: nel 2017 è stata erogata la somma di 170.000 euro (a fronte di un bilancio preventivo come da Statuto che stabiliva in 200.000 euro la somma minima di sussistenza) e per il 2018 addirittura 150.000 euro (a fronte di un preventivo di 240.000 euro). Impossibile capire come mai in Consiglio Comunale l’Assessore Polledri abbia erroneamente parlato di una cifra di 180.000 come previsione per quest’anno visto che i bilanci sono depositati e, in più occasioni, sono stati esposti agli organi comunali competenti tra cui lo stesso Assessore. Le somme stanziate non consentono di mantenere la Galleria nello stato di efficienza e perfino di decoro che credo sarebbe dovuto”.
“Certamente, alla luce di quanto detto, il tema principale all’ordine del giorno del prossimo Consiglio di Amministrazione sarà la chiusura della Galleria a tempo da definire proprio per la mancanza di fondi destinati all’ordinaria gestione. Anche i dati forniti dall’Assessore in merito al numero di visitatori richiedono una precisazione premettendo che è particolarmente difficile immaginare una Galleria attrattiva quando all’endemico problema di condizionamento dei locali nella stagione estiva – che da anni rinvia la sua soluzione nelle tante promesse politiche – si è aggiunta nei mesi scorsi l’insufficiente temperatura dei locali durate la stagione invernale. Sovente il termometro nel mese di dicembre e gennaio non ha superato per tanti giorni i 13 gradi compromettendo non solo la sicurezza delle opere esposte ma ostacolando lo svolgimento di qualsiasi attrattività. Di tutte queste cose sono al corrente sia l’Amministrazione che gli uffici competenti ai quali quotidianamente vengono fatti presenti i problemi manutentivi che variano dalle infiltrazioni d’acqua alla sicurezza delle opere, al decoro dell’immobile.
Nessuna iniziativa è stata presa a riguardo, solamente ora la questione viene sollevata con estrema superficialità attraverso le critiche che abbiamo sentito nel Consiglio Comunale del 9 aprile e che tanto ricordano la favola lupus et agnus”.
“Nel 2017 gli ingressi sono aumentati sia in numero assoluto che in valore corrisposto per il biglietto d’ingresso, come si può rilevare dai dati forniti, ricordando che una delle missioni che ci siamo prefissati da sempre è quella di intensificare i rapporti con le visite degli istituti scolastici e le tante iniziative culturali per le quali il pubblico gode di un biglietto ridotto quando non gratuito. Anche l’evento Guercino nel 2017, pur avendo aumentato il numero dei visitatori complessivi, non ha aumentato in percentuale corrispondente le entrate proprio per queste agevolazioni. Le tante iniziative organizzate contribuiscono al contempo, grazie alle sponsorizzazioni che le attivano, a sopperire alle inadeguate risorse messe a disposizione dal Comune”.
“Le iniziative culturali più importati che hanno portato la Galleria Ricci Oddi alla ribalta della stampa nazionale, non ultima la recensione alla mostra sul lavoro di Vasco Bendini pubblicata sulle pagine della cultura del Corriere della Sera, sono state interamente sostenute – a partire da progetti elaborati all’interno del Consiglio di Amministrazione – dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e dalla Banca di Piacenza che si sono dimostrate Istituzioni sensibili allo spirito culturale che anima la Galleria, oggi unici motori della ricerca altrimenti impossibile da sostenere. Di recente gli accordi con l’Associazione Confindustria Piacenza o con associazioni di servizio come il Rotary Piacenza hanno colmato alla scala minore iniziative culturali e promozionali necessarie a consolidare iniziative legate al territorio e di ricerca. Non ultime, le relazioni di prestito e scambio con altre istituzioni museali permettono di reperire in maniera autonoma le risorse per la conservazione delle opere esposte. Conservazione che richiede cifre considerevoli che il Comune non prende in considerazione. Sul questo punto mi sia consentito di rammentare all’Assessore Polledri lo stato di abbandono in cui versano le opere in comodato d’uso dalla Galleria al Comune e che forniscono uno spettacolo tutt’altro che edificante nei locali del Municipio”.
“E’ poi facile rilevare come altri musei di simile importanza culturale, non due ahimè (come erroneamente riportato dall’Assessore che, dopo una chiacchierata nella quale io alludevo alla relazione con il Museo Revoltella di Trieste dando per scontata la conoscenza da parte del mio interlocutore l’elementare conoscenza di altri giganti museali di addirittura maggior prestigio come la Galleria d’Arte Moderna di Roma, i Musei di Genova Nervi, ecc.) ma almeno sei o sette entità in Italia, godano di promozioni finanziarie, consenso interno alle proprie Città e Amministrazioni comunali che stanziano per questi scrigni di orgoglio nazionale cifre dieci volte superiori – se non ancora più ingenti – come scommessa culturale che a Piacenza non sembra essere presa in considerazione se non nella condizione necessaria per solo il mantenimento in vita”.
“Lasciatemi chiudere con due note personali che possano chiarire altrettante inesattezze espresse dall’Assessore in Consiglio Comunale. La prima richiesta di partecipazione all’iniziativa di promozione per Piacenza Capitale della Cultura 2020 è arrivata via mail alla galleria Ricci Oddi il 9 agosto 2017 e la mia risposta con il programma completo immaginato per la Galleria – senza nessun incontro di chiarimento sui temi – è stata spedita il 21 agosto (12 giorni dopo). Dopo di che, in un incontro collettivo alla fine dello stesso mese, mi è stato sottolineato pubblicamente dal regista dell’iniziativa, Paolo Verri, che il contenuto della Ricci Oddi era difficilmente utilizzabile e confrontabile con il programma previsto. Nonostante la scarsa attenzione per la ricchezza intellettuale del contenitore che rappresento, abbiamo corretto il tiro mettendoci comunque e come sempre a disposizione per il bene comune”.
“Infine, l’Assessore sa bene che la mia richiesta di dimissioni non è mai arrivata in Comune proprio perché, dopo le ultime elezioni, l’incontro con il Sindaco Patrizia Barberi ha confermato la fiducia ai due membri espressi dal Comune, il sottoscritto e l’Avvocato Francesca Tosi Ricci Oddi, all’interno del Consiglio di Amministrazione della Galleria, con ciò avvalorando – questa volta sì – la norma Statutaria riguardante la durata in carica dei Consiglieri del tutto svincolata dalle sorti politiche del governo cittadino. Il Sindaco certamente si è dimostrato, non tanto “più che signorile” come nelle parole dell’Assessore ma più illuminato ed interessato al bene di questa istituzione cittadina che necessità oggi di continuità e lavoro all’interno di un CDA che molto sta spendendo per immaginare il futuro della Galleria. Spiace che l’Assessore Polledri si spenda in lezioni di savoir-faire mentre basterebbe approfondire le radici e la storia della Galleria per avviare un percorso comune nel rispetto della volontà del fondatore e nell’interesse della cittadinanza tutta”.