Si è conclusa con la condanna a 10 anni ed 8 mesi di carcere l’udienza preliminare che vedeva 4 indiani imputati per omicidio volontario. Kanwaljit Singh, Jagroop Singh, Daljeet Singh e Jagmohan Singh erano accusati di aver ucciso Jagtar Singh, connazionale di 34 anni.
Gli imputati erano addetti alle stalle e, secondo quanto emerso dal processo, erano retribuiti in base alle decisioni della vittima. Era Jagtar Singh a ricevere il denaro dal datore di lavoro e, in seconda battuta, a stabilire quanto avrebbe guadagnato ciascuno di loro. Stando alla ricostruzione dei quattro indiani, quest’ultimo avrebbe trattenuto parte del denaro dalle loro buste paga, minacciandoli di tornare in India e stuprare le loro mogli e le loro sorelle se avessero detto qualcosa a qualcuno. Un omicidio efferato per cui il Pubblico Ministero aveva chiesto ben 12 anni di reclusione: la vittima lo scorso il 27 agosto del 2016 sarebbe stata strangolata. Il corpo, successivamente, sarebbe stato gettato nel Trebbia dal Ponte di Tuna. Il giudice dell’udienza preliminare Adele Savastano ha anche stabilito che alla moglie della vittima fosse riconosciuto un risarcimento di 100 mila euro.