Qualità della vita, cattive notizie dalla classifica del Sole 24 Ore, secondo la quale Piacenza perde ben cinque posizioni passando dal 35esimo posto del 2017 al 40esimo posto del 2018. E’ Milano invece la prima della graduatoria: “Il capoluogo lombardo svetta per reddito, lavoro e servizi. Al primo posto per depositi in banca pro capite, ha un buon tasso di occupazione e vince come migliore smart city. Anche la cultura sale sul podio, con la spesa media dei milanesi al botteghino” si legge. Chiude al 107esimo posto, invece, Vibo Valentia: “La provincia calabrese è penalizzata dalle performance legate alla giustizia, ai servizi e alle variabili reddituali. Ultima per durata media dei processi e pendenze ultra-triennali nei tribunali, registra anche una delle più basse spese medie degli enti locali per minori, disabili e anziani”.
Ma perché questo calo per la nostra provincia? Vi sono alcuni indicatori che ci penalizzano: per esempio il settore “Giustizia e sicurezza” che vede Piacenza al 59esimo posto, “Canoni medi di locazione” al 63esimo, “Impieghi sui depositi” all’87esimo, “Start up innovative” al 52esimo posto, per non parlare del “Gap retributivo di genere” dove Piacenza precipita al 99esimo posto. Male anche il settore “rischio idrogeologico” che ci vede al 98esimo posto, “Ecosistema urbano” al 59esimo.
Male sotto il profilo demografico: analizzando i settori “Indice di vecchiaia” e “Tasso di mortalità”, Piacenza raggiunge rispettivamente il 71 e l’89esimo posto. Il comparto “Turismo” ci trascina al 97esimo posto, mentre la presenza di Onlus sul territorio addirittura al 106esimo posto.
Ci sono settori dove Piacenza invece eccelle: “Depositi pro capite” ci vede alla posizione numero 11, il “Tasso di occupazione” invece addirittura al quarto posto. Anche la presenza di sale cinematografiche ci vede sorprendentemente al quinto posto.