Risultato tutto sommato giusto, ma dal punto di vista delle prospettive future per i rispettivi obiettivi che sono diversi, credo ne esca meglio il Pro.
QUI PRO: La squadra di Pea infatti ha dimostrato di aver trovato una buona quadra con il ritorno a 4 dopo alcune gare di difesa a 3 ed un centrocampo in cui si inserisce Alessandro, che solo a livello di grafica parte da quarto di sinistra, ma poi è libero di andare dove vuole. E se il numero 10 rossonero è cosi ispirato è ovvio che diventa il valore aggiunto del Pro, che riesce a supportarlo grazie ad uno spirito di sacrificio anche degli attaccanti. Un Pro quindi che dà segnali positivi per un campionato che sarà lungo e complesso ma che affrontato in questo modo può risultare positivo. La vera perplessità è la necessità di trovare una alternativa ad Aspas che ovviamente ha necessità di rifiatare in un centrocampo che dipende in gran parte da lui.
QUI PIACENZA: La coperta continua ad essere corta. Quando pensi di aver trovato un equilibrio ed una squadra su cui puntare (l’ultima mezz’ora contro l’Alessandria) la partita dopo ti accorgi che non è proprio cosi. Questa squadra per adesso riesce a giocare il 4-3-3 al meglio se uno degli esterni offensivi è un centrocampista come Scaccabarozzi che in fase difensiva può portare il centrocampo a 4. La prova migliore del fatto che la coperta sia corta è il ruolo di Della Latta che da centrocampista centrale riesce a dare stabilità con la sua prestanza fisica ma che contemporaneamente toglie molto nella fase di impostazione della manovra che risulta più prevedibile. Di fatto il Piacenza potrà lavorare e migliorare ancora ma se non interviene al livello strutturale a gennaio questa squadra continuerà nel solco di una continua ricerca di equilibrio tra fase difensiva e fase offensiva con altalenanti risultati