Protesta Cgil a Castel San Giovanni: “Siamo sotto ricatto dei Si Cobas”. La replica: “Accuse infamanti”

Il sindacato SI Cobas risponde alle accuse mosse dalla Cgil. Di seguito il comunicato.

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Il S.I.Cobas respinge duramente al mittente le infamanti accuse rivoltegli oggi dalle burocrazie CGIL. Secondo i sindacalisti di professione di via XXIV maggio, il S.I.Cobas satebbe responsabile di “caporalato” e di “fare il bello e il cattivo tempo”. In base a queste risibili accuse la CGIL ha organizzato nella giornata di oggi un improbabile blocco al polo logistico di Castel San Giovanni, reclamando la stabilizzazione di 36 suoi aderenti lasciati a casa da Le Roy Merlin. I 36 sono ben noti al S.I.Cobas per essersi contraddistinti negli ultimi mesi per atteggiamenti discriminatori e vessatori nei confronti degli operai, che non a caso sono all’unanimità aderenti al nostro sindacato. Queste 36 persone sono rimaste scottate dal fatto che il S.I.Cobas abbia finalmente conquistato un piano di stabilizzazioni basato sull’anzianità di servizio, con regole uguali per tutti. Iscrittisi alla CGIL, i 36 hanno preteso il giorno stesso di essere stabilizzati, forzando il suddetto piano e pretendendo un’assurdo privilegio nei propri riguardi. Sarebbe questa la battaglia di principio condotta dalla CGIL? Non sono forse loro a comportarsi da “caporali” pretendendo un trattamento di favore rispetto agli altri operai? Sarebbero questi i valori che insegna ai propri aderenti la “camera del lavoro”? Non possiamo certo farci difensori di questi elementi, ma da qua a ipotizzare un nostro ruolo nella decisione dell’azienda di non stabilizzarli passa un mare e di questa infamia la CGIL dovra’ rispondere in tribunale, oltre che di fronte ai lavoratori.

E proprio ai lavoratori dovrebbe rispondere della pochezza del suo intervento nel settore logistica, dove, oltre a essere firmataria dello scandaloso contratto nazionale, ha in questi anni esercitato un ruolo avverso alle mobilitazioni operaie che nel piacentino non ha bisogno di essere ricordato: chiunque lavori in magazzino identifica la CGIL come la quinta colonna padronale. Ciononostante, il S.I.Cobas ha sempre mantenuto un’ottica di unita’ fra i lavoratori, come ad esempio nella recente mobilitazione ad Amazon, solo l’ennesimo caso a dimostrazione dell’inconsistenza della CGIL nella difesa dei lavoratori, visto anche l’odierno rifiuto di Amazon ad aprire un tavolo di trattativa. Alle loro illazioni rispondiamo insomma con dati certi (come per l’appunto la presa in giro subita dai lavoratori Amazon) e fatti (come le condizioni di lavoro e salariali conquistate dal S.I.Cobas in tutti i magazzini del piacentino). Prima di strumentalizzare innocenti lavoratori con proteste sbagliate o non efficaci, insomma, la CGIL farebbe bene a farsi un esame di coscienza e a chiedersi come mai e’ unanimamente considerata un sindacato al servizio del padrone, in particolare nel comparto della logistica.


E’ in corso dalle prime luci dell’alba di oggi, lunedì 27 novembre, la protesta della Filt Cgil di Piacenza e di Lodi davanti ai cancelli del Logistic Park di Castel San Giovanni per lo sciopero dei facchini di Logicoop e Logicop. “I sindacati autonomi Si.Cobas decidono, in combutta con le cooperative, il bello e il cattivo tempo in questi capannoni: scioperiamo perché il nostro posto di lavoro è sotto ricatto dei Si.Cobas” dicono gli scioperanti che da stamane bloccano le merci al Logistic Park di Monticelli.

“E’ una decisione presa dopo l’ennesimo, gravissimo episodio avvenuto presso il magazzino della società Leroy Merlin – spiega in una nota il sindacato confederale – dove trentuno contratti di trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato sono stati improvvisamente ritirati da parte delle cooperative, a seguito di indebite pressioni dei Cobas”.

“Contratti precari che dovevano essere trasformati in contratti a tempo indeterminato sono stati “stoppati” da Cobas che “dopo due ore dall’accordo, hanno fatto i blocchi per non fare assumere persone che non erano già iscritte al loro sindacato” denunciano i lavoratori in sciopero oggi. Non solo: spiegano che ci sarebbe lo zampino dei Cobas anche sulla mancata assunzione di 24 persone. “Avevano già mandato i documenti ed erano pronti a lavorare, ma d’un tratto la cooperativa ha annullato le assunzioni sempre dei Cobas. Basta – sbotta la Filt Cgil in una nota – questo è caporalato”.

“Nel volantino di protesta che sta venendo distribuito ad autisti e operatori del polo logistico, si legge: “Quando rappresentanti del sindacalismo autonomo impediscono – attraverso il ricatto – a lavoratrici e lavoratori di ottenere finalmente la garanzia occupazionale, rappresentata nella forma del contratto a tempo indeterminato, solo perche’ non sono essi stessi a determinarlo, non fanno sindacato, ma fanno caporalato”.