Circa 90 chili di prosciutto sequestrati e 12mila euro di sanzione al produttore dei salumi. E’ accaduto in un salumificio di un comune della Val Tidone.
I carabinieri per la tutela agroalimentare di Parma hanno effettuato l’operazione perché sui prodotti l’etichetta, con le indicazioni obbligatorie, non sarebbe stata quella corrispondente al prodotto Dop legato al Crudo di Parma.
I militari di Parma hanno dunque provveduto al sequestro amministrativo dei prosciutti e alla sanzione al produttore del prodotto.
Un plauso ai carabinieri per l’attività di indagine che ha portato al sequestro di salumi anche nel Piacentino arriva da Coldiretti Piacenza. “La nostra organizzazione – afferma il presidente Marco Crotti – evidenzia da anni l’importanza dell’etichettatura d’origine corretta sugli alimenti. Le truffe alimentari costituiscono una minaccia per la nostra salute e per l’economia del Paese”.
Crotti ricorda che il fatturato del falso made in Emilia Romagna solo nell’agroalimentare ha superato gli 8 miliardi di euro (60 miliardi per l’agroalimentare nazionale) e la lotta al cibo “fake” nel piatto rappresenta ormai un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e per generare occupazione.
La mobilitazione avviata quest’anno da Coldiretti e denominata “Stop Cibo Falso” per chiedere all’Europa l’obbligo dell’etichetta di origine su tutti gli alimenti nasce proprio per queste ragioni, in difesa della nostra agricoltura e delle nostre produzioni e per fermare le speculazioni sul cibo.
A livello nazionale – ricorda infine Crotti – Coldiretti ha sottoscritto proprio con l’Arma dei Carabinieri un protocollo d’intesa con la finalità di lottare contro contraffazione e frodi alimentari e promuovere la tracciabilità dei prodotti enogastronomici e di artigianato, le attività di ricerca in campo agricolo e l’educazione ambientale. “I controlli – ha quindi concluso – sono importantissimi, in quanto rappresentano una tutela e una garanza per l’intera filiera”.