Profughi, Foti (Fdi-An): “La Regione richiami il governo, così non funziona”

Tommaso Foti

Rivedere le attuali intese che regolano l’accoglienza dei profughi sul territorio nazionale per evitare che si verifichino “assurde assegnazioni”, come nel caso della frazione di Gambaro, nel comune piacentino di Ferriere, dove a fronte di 15 residenti effettivi potrebbero essere ospitati 30 migranti, o ancora, nella frazione di Tabiano di Salsomaggiore (Parma), dove i 500 residenti si sono visti arrivare circa 150 richiedenti asilo. Per non dire di quanto ipotizzato negli ultimi giorni, sempre con riguardo al territorio piacentino, dove per la frazione di Albone, nel comune di Podenzano, si sarebbe parlato di 30 persone da accogliere e altrettante per il comune di Gazzola che avrebbe meno dei 2.000 abitanti previsti per l’accoglienza al massimo di 6 migranti. La riforma delle modalità di accoglienza è il cuore dell’interrogazione a risposta immediata in aula presentata da Tommaso Foti (Fdi-An), con la quale il consigliere denuncia anche l’inefficacia della governance affidata ai soli prefetti”, caratterizzata a suo avviso da “una gestione puramente burocratica e dal mancato coinvolgimento dei sindaci dei comuni dove i migranti vengono indirizzati per l’accoglienza, con il risultato di non riuscire a garantire una ripartizione equilibrata delle persone accolte su base comunale” e i conseguenti problemi di coesistenza con la popolazione locale e costi aggiuntivi per i comuni stessi”. Il flusso di profughi verso l’Italia – ha detto Foti – “non registra soste, nonostante l’intesa con la Libia per il rafforzamento delle frontiere e il sostegno assicurato dal Consiglio d’Europa, ecco perché chiediamo anche alla Giunta di sollecitare il governo affinché siano eseguite, una volta per tutte, le espulsioni di quanti non hanno titolo e motivo per restare in Emilia-Romagna”.

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“Le intese nazionali sottoscritte da Governo, Regioni ed Anci sono sempre andate verso l’obiettivo di un’equa ripartizione dei richiedenti asilo tra i territori– ha risposto il sottosegretario alla presidenza della Giunta, Andrea Rossi-. Il dato delle accoglienze in Emilia-Romagna si è mantenuto sempre sul 7% complessivo, che è la quota prevista sulla base di criteri di ripartizione nazionale condivisi tra Stato, Regioni e Comuni nella Intesa del 10 luglio 2014”. Il Nuovo Piano operativo nazionale, entrato in vigore a partire dal 2017,- ha riferito – conferma il modello della accoglienza diffusa e va nella direzione di coinvolgere tutti i Comuni. Attualmente per un sistema di accoglienza calibrato su 200.000 posti a livello nazionale, l’Emilia-Romagna dovrebbe accogliere 14.157 persone. Oggi siamo a circa 12.800 persone con il 67% dei Comuni coinvolti. “Gli squilibri delle realtà citate- ha poi osservato Rossi- in particolare il caso del Comune di Salsomaggiore, sono noti e in più occasioni abbiamo chiesto che si proceda ad un graduale re-distribuzione. Si tratta di squilibri, specie in alcune zone ed in alcuni piccoli Comuni, che però si possono reputare pressoché inevitabili se consideriamo che il nostro paese si è trovato nel corso degli ultimi anni l’arrivo non programmato di oltre 500.000 persone”.

Per quanto riguarda le espulsioni il sottosegretario Rossi ha infine fatto riferimento ad alcuni passaggi del decreto Minniti parlando di un “cambio di passo del nuovo ministero dell’Interno”. “I numeri riferiti dal sottosegretario aumentano la preoccupazione visto che al 7 aprile gli sbarchi erano il 35% in più rispetto al 2016– ha replicato Foti-. A questo punto credo che la Regione non possa non intervenire e duramente nei confronti del governo perché rischiamo di avere situazioni di forte disagio sotto il profilo dell’ordine pubblico solo per scelte che se gestite diversamente avrebbero un altro tipo di risposta sui territori. Indipendentemente dal ‘decreto Minniti’ credo che non si possa non riconoscere che le autorità locali di governo stanno attuando una politica a macchia di leopardo sui territori destinata a fare danni. Grazie per i dati– ha concluso- ma il governo dia una svegliata ai suoi prefetti”.