Pressione fiscale sulle piccole e medie imprese, Piacenza 84esima in Italia. CNA: “Dati preoccupanti”

L’elevata pressione fiscale a carico di chi produce e fa impresa in Italia, continua ad essere uno dei principali freni alla tanto auspicata ripresa economica. La conferma viene dall’Osservatorio Permanente di CNA sulla tassazione delle piccole e medie imprese che, anche quest’anno, ha analizzato l’andamento del carico fiscale e contributivo sulle piccole imprese in 135 città italiane, tra cui tutti i capoluoghi di provincia. Per l’anno in corso, il Total Tax Rate (che somma le voci fiscali a livello comunale, regionale, nazionale e contributivo), si è attestato nel nostro Paese al 60,9%, lo stesso del 2016, mentre era sceso di tre punti percentuali nel 2015 rispetto all’anno precedente.

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La graduatoria complessiva italiana relega Piacenza ad una posizione tutt’altro che dignitosa: la nostra città, infatti, è all’84° posto (su 135) con un Total Tax Rate al 61,7% (quasi un punto percentuale sopra la media nazionale), in aumento dello 0,3% rispetto al 2016. La parte preponderante dell’imposizione fiscale a carico delle piccole e medie imprese piacentine, è composta dal prelievo erario e ivs pari al 41,2%; le imposte regionali raggiungono il 6,2% e comunali si attestano al 14,3% (+ 0,1% rispetto al 2016). Il Tax Free Day per le PMI piacentine slitta al 12 agosto, e questo significa che gli imprenditori del nostro territorio sono costretti a “devolvere” al fisco quasi otto mesi del loro lavoro annuo.

“Sono dati – commenta il Direttore di CNA Piacenza, Enrica Gambazza – davvero preoccupanti. L’elevato prelievo fiscale non solo influisce negativamente sulla competitività a livello internazionale delle imprese italiane, ma, soprattutto incide sulla produttività e sulla ripresa occupazionale. CNA è impegnata da tempo a livello nazionale in questa battaglia per la riduzione del cuneo fiscale, un traguardo non più rimandabile che può essere raggiunto utilizzando le risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta all’evasione. Abbiamo proposto di rendere l’Imu completamente deducibile sugli immobili produttivi, di rivedere la tassazione Irpef, di aumentare la franchigia Irap, di trasformare le detrazioni relative a spese per lavori edili in crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari, ma anche di agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni di azienda. A livello locale abbiamo già evidenziato le nostre proposte in materia ai candidati Sindaco, e ci auguriamo che la nuova Amministrazione Comunale di Piacenza dimostri grande attenzione alla leva fiscale verso le imprese, in particolare riguardo all’Imu per gli immobili produttivi, e alla Tari di cui chiediamo la riduzione nei confronti delle imprese che provvedono autonomamente allo smaltimento dei propri rifiuti speciali. Per questo siamo disponibili a confrontarci con la nuova Amministrazione affinché si arrivi a decisioni condivise che permettano, a chi fa impresa e crea posti di lavoro, di continuare a far prosperare il livello produttivo del nostro territorio”.

In fatto di Total Tax Rate, peggio di Piacenza stanno Parma (100ª con un Total Tax Rate del 63,1%), Forlì (103ª con 63,2%), e Bologna (134ª con 72,1%); posizioni migliori per Reggio Emilia (25ª con 57,8%), Ferrara (53ª con 59,7%), Modena (56ª con 59,8%) e Rimini (61ª con 60%).