Poste Italiane, appalto a Step – Ciscra. Ugl: “Paradossali le accuse di alcuni sindacati”

“L’Ugl apprende con rammarico come si sia creata una situazione paradossale inerente all’aggiudicazione da parte di STEP – Ciscra di un appalto relativo alla fornitura di materiale a Poste Italiane”. Lo si legge in una nota del sindacato firmato da Gianluca Passera.

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“Premettendo ovviamente che la ditta di fornitura uscente, la Abramo Printing&Logistics, si troverà ad affrontare un’ennesima situazione di disagio per i lavoratori, come sottolineato dai delegati SLC-CGIL, e che la scrivente organizzazione sindacale, non è insensibile alla situazione economica precaria di tali lavoratori, esprime ad essi, e solo ad essi, la sua solidarietà. Occorre però a questo punto specificare alcuni aspetti. Il settore soffre da almeno 10 anni di problemi strutturali legati alla dematerializzazione della carta, in favore del crescente sviluppo informatico, quindi non si scopre di certo adesso una situazione estremamente precaria del comparto. Se lo si scopre solo ora significa che prima si è tenuta in maniera incosciente la testa sotto la sabbia. Tanto è vero che gli ultimi rinnovi del CCNL hanno visto, causa anche la crisi economica, aumenti delle tariffe orarie irrisori, se non addirittura nulli. Situazione ovvia per un settore produttivo ampiamente in crisi e destinato a collassare. La stessa ditta STEP s.p.a. subì ridimensionamenti sensibili quando si trovò in situazione analoga alla ditta Abramo Printing&Logistics. La realtà dei fatti è che il mondo per scelta tecnologica ed ecologia si sta reindirizzando, e, in un sistema di libero mercato come il nostro, questa è una situazione destinata a sfociare in una inutile “guerra tra poveri”. Sottolineata questa importante premessa, ci duole accorgerci dei toni surreali che alcune organizzazioni sindacali hanno voluto imprimere forzatamente alla discussione, e non ci riferiamo certo alla più che legittima richiesta di verificare, da parte delle autorità competenti, la genuinità dell’assegnazione dell’appalto. Ci riferiamo alle poco velate accuse di ribasso sconsiderato dei prezzi, che si ripercuoterebbero in negativo sui livelli salariali dei lavoratori. Quando si rilasciano certe dichiarazioni si deve essere coscienti degli impatti di suddette parole, sperando che siano state dettate solo dalla grave situazione e non dalla mancanza di rispetto. Perché accusare un datore di lavoro di ribassi dei prezzi sotto la soglia dei minimi contrattuali applicabili e determinati per legge, sottintende un’accusa verso altri sindacalisti di chiudere gli occhi sulla situazione per piegarsi alle leggi liberiste e padronali. Lo scrivente sindacalista UGL è qui ad assicurare che la sua organizzazione ha sempre vigilato e si è sempre battuta per il rispetto del CCNL Grafici. Io stesso sono un lavoratore occupato nell’unità produttiva di STEP s.p.a. e posso testimoniare, anche esibendo la documentazione relativa, di come sindacato e datore di lavoro abbiano sempre rispettato i criteri di legge”.

“È nel legittimo diritto di Abramo Printing&Logistics e delle organizzazioni sindacali coinvolte richiedere una verifica dei costi e mettere in dubbio l’aggiudicazione dell’appalto, non è invece nelle loro facoltà dubitare senza prove della buone fede e la professionalità di altri. È legittimo chiedere una verifica su un ribasso del 20,4% del prezzo di fornitura (come già specificato, ribasso non dovuto a sfruttamento o a mancato rispetto del CCNL da parte di STEP s.p.a.). L’imprenditore dovrà dimostrare la fondatezza dei prezzi applicati e, nel caso venga rilevato qualcosa di anomalo, i soggetti interessati avranno tutti i mezzi per far valere le loro rimostranze legittimamente e non a mezzo di campagne denigratorie nei confronti di altri sindacati. La domanda che lo scrivente si pone a questo punto è: se dovesse emergere che STEP s.p.a. ha applicato un ribasso che permette comunque il rispetto della legalità nel mercato libero, come mai la ditta Abramo Printing&Logistics, concessionaria per diverso tempo dello stesso appalto, ha applicato allo Stato tariffe di fornitura così alte? Non sta certo a noi, come organizzazione sindacale, chiarire queste situazioni. Se ne occuperanno, eventualmente, gli organi competenti. Non è nostro uso ignorare situazioni, per poi lamentarci di quanto siano cattivi lo Stato e l’imprenditore. Siamo coscienti delle storture del liberismo e di conseguenza ci comportiamo. Non facciamo i rivoluzionari, per poi invocare le regole del libero mercato. Trascurare certe situazioni significa mentire ai propri iscritti, ma ancora peggio vuol dire mentire ai lavoratori e alle loro famiglie e, come sta accadendo in questo caso, incrementare e accendere l’acredine, la lotta tra gli operatori del settore e colpire la parte oggi più debole del mercato, cioè il lavoro stesso, indebolendolo ancora di più, per sottostare a schemi ideologici mal interpretati. Le nostre rappresentanze non hanno mai cercato lo scontro con altre sigle, ma il confronto serio, onesto e corretto, ed è in quest’ottica che ci permettiamo di sottolineare l’inopportuno intervento nella questione. Una situazione di questo tipo avrebbe dovuto, nel nostro settore, essere affrontata ben prima dai sindacati uniti, dallo Stato e dai suoi organi preposti. È parere nostro che, per evitare condizioni di tale gravità, lo Stato debba intervenire con una programmazione diretta e indiretta industriale, con un partner qualificato e professionale, come il sindacato, in una unione di intenti. Non si possono considerare vittorie a costo di sacrifici le operazioni di cassa integrazione, in un settore dal futuro molto breve. Anche perché cassa integrazione e mobilità nascono proprio come misure straordinarie per dare al lavoro la possibilità di riorganizzarsi e assicurarsi un avvenire. Oggi invece viene considerato successo un intervento straordinario che non fornisce certezza. Il lavoro perde così la sua dignità e non vi è cosa peggiore, poiché il lavoro e i lavoratori meritano rispetto da parte dell’imprenditore e del sindacato. Ai nostri colleghi sindacalisti dico che questa non deve essere occasione di divisione ma anzi di coesione, incontro e pianificazione per il futuro del lavoro nel nostro paese. Ai lavoratori del nostro settore di Catanzaro invece diciamo, indipendentemente da come andrà a finire, se l’appalto lo otterrete, combattete per assicurarvi un futuro dignitoso e spronate i sindacati per rincorrere questo obiettivo. Se al contrario perderete questo appalto, non odiateci, non vi è dispetto peggiore che potremmo farvi nel nostro cuore. Sono passato attraverso chiusure di aziende e mobilità in prima persona, so cosa voglia dire l’assemblea, l’incertezza, i figli, i colleghi e le loro lacrime, le liste di mobilità e di cassa integrazione. Sono cose che ho visto con i miei occhi e che non potrei mai augurare a dei fratelli. Cerchiamo noi stessi, insieme, di capire cosa fare per stimolare in maniera attiva e propositiva certi organi del mercato del lavoro, che forse sono a corto di idee e di programmi organici strutturali, per il nostro Paese e per il nostro futuro”.