“E’ incredibile, eppure è così: il più delle volte di fronte alle esternazioni del Prefetto Palombi rimaniamo esterrefatti, poiché è assurdo che una tale carica istituzionale, deputata più di ogni altra a gestire e a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico, all’improvviso sembra destarsi dal lungo torpore ed accorgersi di degrado dilagante e insicurezza reale e non percepita ed allora suggerisce magari come accaduto pochi anni addietro di mettere le inferriate alle finestre e barricarsi in casa oppure inizia a sparare sulla croce rossa, puntando il dito contro l’anello debole della catena, e cioè il Comune con il suo Sindaco e i suoi agenti della Polizia Municipale”. E’ dura la risposta del sindacato di polizia municipale Diccap-Sulpl al prefetto Anna Palombi che ieri ha puntato il dito contro il Comune di Piacenza chiedendo interventi urgenti contro il degrado e l’insicurezza.
“Forse il suo intento è quello di sollevare polveroni per distogliere l’attenzione dei cittadini dal problema reale e dilagante della mancanza di sicurezza o peggio ancora perché non ha contezza della realtà che la circonda. Cogliamo l’occasione per ringraziare pubblicamente l’assessore Stefano Cugini che ha colto nel segno con le sue giustissime osservazioni. Vogliamo anche ricordare al signor Prefetto che il politico è un rappresentante eletto dal popolo, mentre i burocrati come lei sono dipendenti, quindi lasci fare alla politica il suo lavoro”.
“La Polizia Municipale è sotto dimensionata e prima che arrivino i 13 nuovi agenti e vengano adeguatamente formati passerà ancora molto tempo. Intanto il Corpo ha perso altri pezzi a seguito di mobilità e certificazioni mediche; nonostante ciò il Prefetto chiede alla Municipale di espletare il servizio notturno nei fine settimana? con quali uomini? Tra l’altro consigliamo al Prefetto di rileggersi attentamente l’art.12 del Codice della Strada: anche lì siamo gli ultimi degli ultimi, nonostante la Polizia Municipale di Piacenza rilevi circa mille incidenti l’anno, cosa che tutti gli altri organi citati nel suddetto articolo non fanno nello stesso arco di tempo. Inoltre si ricordi che la Polizia Locale stante la legislazione in merito ha tutte le altre funzioni che nessun altro organo di polizia svolge contemporaneamente: edilizia, commercio, ambientale oltre a funzioni di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza; e in tutta sincerità, dopo l’ennesimo benservito dato alla Polizia Locale con il Dl Sicurezza Urbana, che nulla ha voluto concedere alla Categoria in termini di tutele e diritti, continuando a relegarci in un angolo come impiegati comunali in Divisa pur facendo oggettivamente lo stesso lavoro degli altri Colleghi, per salvaguardare evidentemente centri di potere dei vertici delle altre Forze dell’Ordine, ce ne guarderemo bene dal continuare ad immolarci per fare i Poliziotti. Lo faremo quando avremo parità di trattamento, la nostra Vita e la nostra Sicurezza non valgono meno; e vogliamo che questo concetto sia ben chiaro una volta per tutte anche al Prefetto di Piacenza, un burocrate come tanti altri Prefetti e Questori, che ciclicamente continua a comandare in casa nostra, senza voler fare i conti con la nostra realtà, voluta da loro stessi”.
“Il Prefetto ha richiamato il Dl Sicurezza Urbana: è stato fatto sicuramente un passo in avanti, o è stato dato un contentino alla parte politica (dipende dai punti di vista), sul tema sicurezza urbana ampliando in materia il potere dei sindaci; questo in teoria. Poiché nella pratica cosa è cambiato per il braccio operativo dei Sindaci, e cioè la Polizia Locale? Nulla. Siamo allineati alla posizione espressa dal sindaco di Chieti Di Primio, nonché vicepresidente Anci che in un suo comunicato dichiara “Soddisfatti per l’approvazione ma solo a metà del percorso. È urgente adeguare tutele, diritti e mezzi della Polizia Locale altrimenti il rischio è che esso si trasformi nell’ennesimo scaricabarile nei confronti dei sindaci”, ed è proprio quello che sta accadendo. Non è possibile prescindere dallo status attuale della Categoria, per comprenderne l’inattuabilità: quando espletiamo servizi congiunti con altre forze di Polizia non sempre percepiamo ad esempio l’indennità di ordine pubblico che spetta alle altre forze. Non abbiamo lo stesso trattamento pensionistico (persino quello delle maestre d’asilo è stato riconosciuto come lavoro usurante, ma non il nostro, evidentemente respirare polveri sottili agli incroci è considerato un toccasana per la salute) e non ci è concessa nemmeno la “Causa di servizio”, cioè nel caso un agente si prende una coltellata o un colpo di pistola starà a casa in mutua, come un qualsiasi impiegato comunale, perdendo almeno il 30% dello stipendio. Non si trascuri inoltre il divieto per noi di accedere alla banca dati Sdi, dunque durante un normalissimo posto di controllo, potremmo avere davanti un terrorista, ma non siamo in grado di appurarlo, a meno che non ci appoggiamo alle Forze dell’Ordine per l’accertamento. Dunque la Polizia Locale, che ad oggi, nonostante la mancanza di diritti e tutele ha sempre fatto fronte alle emergenze riguardanti la sicurezza, non intende certo sottrarsi, anzi! Solo che di fronte ad un ampliamento del potere dei sindaci in materia, è doveroso e non più dilazionabile nel tempo una riforma della Polizia Locale, con il suo inserimento nell’alveo pubblico dell’art.3 del Decreto Legislativo n.165/2001. Giova ricordare anche che l’Italia è l’unico Paese dell’UE a violare l’art. 157 del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea) che sancisce la parità di trattamento economico-giuridico per uomini e donne che espletano la stessa tipologia di lavoro. E’ dunque arrivato il momento che la Politica e le Istituzioni la smettano di giocare con la Vita dei propri servitori; in strada la Divisa è unica, e unico è il bersaglio per i delinquenti, dunque medesimi sono i rischi. Per questo la Polizia Locale necessita di un adeguamento di diritti e tutele sul piano giuridico-contrattuale ed economico alle altre Forze di Polizia, senza trascurare la formazione e l’armamento a livello nazionale”.