“Polizia locale soggiogata al burocrate di turno e la Regione è parte di questa regressione”

Molestie sessuali, Stretta sulle auto con targhe straniere, Stalking

Prosegue lo stato di agitazione proclamato dal SULPL Emilia-Romagna “nei confronti di una Regione sorda e refrattaria alle richieste che provengono dalla base; LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA È PARTNER NELLA REGRESSIONE DELLA POLIZIA LOCALE”.

Radio Sound

“Questi in particolare a nostro avviso i punti inaccettabili: la Regione deve imporre le sue linee guida alle Amministrazioni, poichè non basta dettare gli standard minimi. Non è possibile lasciare che la Polizia Locale rimanga ancora una volta soggiogata ai capricci dello yesman/politico/burocrate di turno e questo è comprovato da un articolato contenuto nella pseudo legge di riforma in cui si ribadisce che il Comandante deve “preferibilmente” provenire dalla Polizia Locale; un aggettivo-chiave che ha però pesanti ricadute in quanto significa che l’organismo politico (e cioè i Comuni) potrà accontentare qualsivoglia burocrate e metterlo a dirigere un Comando, pur non avendo la benchè minima idea del nostro lavoro” si legge nella nota firmata da Miriam Palumbo, dirigente sindacale SULPL Emilia Romagna.

“E la distanza della Regione rispetto agli operatori su strada è evidente anche per il fatto che, ancora una volta, non è stata prevista alcuna tutela legale e assicurativa, nonostante i rischi e le aggressioni che quotidianamente coinvolgono gli operatori della Polizia Locale, anche a seguito delle quotidiane richieste di intervento fianco a fianco con le Forze dell’Ordine aumentate in modo esponenziale a seguito del Decreto Minniti. Dal 2016 ad oggi ben 74 agenti di polizia locale sono stati feriti in regione a seguito di aggressione, senza avere le pari tutele delle FFOO statali. È vergognoso”.

“QUESTE LE RAGIONI PER CUI MARTEDÌ 26 SETTEMBRE, IN RAPPRESENTANZA DELLA POLIZIA LOCALE EMILIA/ROMAGNA, UNA DELEGAZIONE SULPL SARÀ DAVANTI ALLA REGIONE A BOLOGNA PER ESPRIMERE A GRAN VOCE IL PROPRIO DISSENSO”.