Oggi pomeriggio, 10 maggio (giorno anniversario del Plebiscito), il Consiglio comunale di Piacenza si riunisce in via eccezionale nella Sala dei Teatini per celebrare il 170° anniversario del plebiscito popolare del 10 maggio 1848, con il quale Piacenza aderì al Regno di Sardegna facendo meritare alla nostra città il titolo di Primogenita del futuro Regno d’Italia. Forse pochi piacentini sanno che il 6 febbraio 1848, in Santa Maria di Campagna, venne celebrato un Te Deum (inno cristiano di ringraziamento) su richiesta di alcuni patrioti mossi dall’entusiasmo per la Costituzione concessa ai napoletani e per il comportamento antiaustriaco di Papa Pio IX. La circostanza è stata ricordata ieri sera dal presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani, nel corso della conferenza di studi sul Pordenone che si è tenuta proprio nella basilica di piazzale delle Crociate.
«Fu l’inizio – ha ricordato Sforza – dei moti rivoluzionari che sfociarono nell’abbandono del Ducato da parte di Carlo Ludovico di Borbone, succeduto il 31 dicembre 1847 a Maria Luigia. A un certo punto, durante il Te Deum, scoppiò un applauso che attenzionò la Polizia del tempo. Alcuni patrioti furono processati: uno fu diffidato, un altro arrestato».
«Anche questo episodio – ha concluso il presidente Sforza – ci dice dell’affezione dei piacentini per Santa Maria di Campagna. La scelta della chiesa dove celebrare il Te Deum non fu casuale per i patrioti: la basilica era decentrata rispetto alla città di allora, ma era centrale nel cuore dei piacentini».