Un’occasione rara dalle nostre parti quella che verrà offerta martedì 13 marzo alle 21.15 nel salone del Conservatorio “G. Nicolini” di via Santa Franca 35 a Piacenza da Vijay Iyer; perfetta per farsi un’idea di dove sta andando la musica jazz e contemporanea in senso più ampio. Iyer, compositore e pianista di impressionante talento e tecnica impeccabile, rappresenta uno degli emblemi della nuova frontiera, senza alcun dubbio uno dei più interessanti e vitali giovani pianisti che il Jazz possa annoverare tra le sue fila oggi. Il festival piacentino, organizzato dall’associazione culturale Piacenza Jazz Club, che può vantare il patrocinio del MiBACT, vede il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Camera di Commercio di Piacenza, della Regione Emilia-Romagna, dei Comuni di Fiorenzuola e Salsomaggiore Terme e di alcune realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio. I biglietti per questo concerto sono acquistabili nei pomeriggi feriali dalle 15.30 alle 19.30 e al sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30 presso la sede del Piacenza Jazz Club. E’ inoltre possibile acquistare il biglietto online sul sito www.diyticket.com o in tutte le ricevitorie Sisal d’Italia.
Ha una laurea in fisica e matematica, ma non è tra particelle elementari e calcoli complessi che Vijay Iyer è andato incontro al suo destino. Pianista autodidatta, insegna musica ad Harvard e a 45 anni è considerato un punto di riferimento del Jazz contemporaneo e della nuova musica in senso più ampio. Grande attesa dunque per questa data che terrà al Piacenza Jazz Fest.
Molto amato dalla critica che è entusiasta della lucidità con cui ha cambiato le regole, aprendo nuove dimensioni al Jazz contemporaneo, soprattutto a livello di ritmo e di metrica estremamente complessi, nel curriculum di Iyer brillano svariati premi, tutti di alto livello. Il pianista appartiene a una generazione di giovani strumentisti che combinano un’elevata capacità di improvvisazione con alte aspirazioni compositive. Tra i riconoscimenti più prestigiosi vale la pena citare il MacArthur Genius Grant, attribuitogli nel 2013, il Doris Duke Performing Artist Award del 2012 e l’American Jazz Award del 2010, con cui è entrato di diritto nella lista dei grandi che lo hanno ottenuto in precedenza: Herbie Hancock, Ornette Coleman, Wayne Shorter, Dave Holland. Nello stesso anno il suo disco «Historicity» è stato nominato ai Grammy come migliore album di jazz strumentale. Nelle composizioni del musicista confluiscono influenze provenienti da tutta la storia del Jazz mescolate a frammenti sonori del minimalismo, della diaspora sud-asiatica, dell’hip-hop e dell’elettronica. In più di venti anni di carriera, dal 1995 a oggi, Iyer ha pubblicato una ventina di album che coprono un terreno notevolmente diversificato; con l’etichetta ECM, per cui incide attualmente, ha realizzato diverse produzioni, che gli hanno valso innumerevoli lodi a livello internazionale.
Un artista come Iyer, che riesce a spostare l’asticella sempre un po’ più in là, come già i grandissimi che hanno fatto la storia di questo genere, rappresenta la vitalità e la continuità della musica Jazz, oltre che la sua più intima essenza.
Giovedì 15 marzo al Teatro Sociale di Stradella: Tres Mundus
Il Jazz Fest ritorna dopo diversi anni a Stradella, ma stavolta con un concerto inserito nella programmazione musicale del bel Teatro Sociale curata da Livio Bollani dell’Associazione “Teatracordo” e lo fa con tre grandi musicisti, ciascuno portabandiera ai più alti livelli della propria cultura musicale, che interpretano e miscelano idee, culture, sonorità e ritmi dei propri luoghi di origine: Italia, Brasile e Argentina. Il trio, dal programmatico titolo di “Tres Mundos” è composto dal fisarmonicista italiano Fausto Beccalossi, dal chitarrista brasiliano Roberto Taufic e dal bassista argentino Carlos “el tero” Buschini e si esibirà giovedì 15 marzo alle ore 21.15.. I biglietti per questo concerto sono acquistabili preso la biglietteria del Teatro Sociale di Stradella oppure on line su www.vivaticket.it
I “Tres Mundos” non sono solo tre mondi diversi dal punto di vista geografico, ma anche sotto l’aspetto culturale, sociale e naturalmente musicale. Tre storie che si frequentano, si piacciono e decidono di incrociare una parte di cammino insieme, per vedere che musica esce fuori dall’unione delle loro tradizioni di provenienza: la melodia popolare italiana, tutto il variegato universo musicale brasiliano e il tango argentino, sotto il minimo comun denominatore del Jazz.
Il risultato è certamente di grande spessore. Insieme sono riusciti a creare qualcosa di nuovo e di emozionante, riuscendo a miscelare perfettamente le loro diverse provenienze, i loro mondi, i loro strumenti musicali e il loro suono, fondendosi e trovando una linea poetica comune. Mondi quelli di Italia, Argentina e Brasile distanti, con tradizioni musicali fortemente identitarie e allo stesso tempo con profonde interconnessioni che si misurano in secoli. I brani con cui si confrontano sono perlopiù tutti originali, materiale ben scelto, altrettanto ben strutturato, giocato in massima parte su melodie fresche e dalla musicalità esuberante.
Tres Mundos è ricco di spunti artistici e colori musicali diversi e non manca di stupire anche nel palpabile intenso feeling fra i tre musicisti e nell’energia che ad ogni battuta riescono a trasmettere al pubblico. Un sound eminentemente acustico dove l’accordeon, la chitarra e il basso acustico restituiscono, con la forza e personalità dei singoli interpreti, le vibrazioni della cultura popolare con il piglio però più elegante del Jazz. “Carlos, Fausto e Roberto ci forniscono la prova forse non scientifica, ma sicuramente poetica – e quindi per me valida a tutti gli effetti! – che le identità non si creano per sottrazione, bensì per addizione.”, così scrive il clarinettista Gabriele Mirabassi nella sua introduzione al disco che ha fotografato questa riuscita collaborazione, uscito da pochi mesi per Abeat records.
Prima di collaborare alla creazione di questo gruppo, i tre avevano calcato i principali palcoscenici nei festival più prestigiosi di tutto il mondo e maturato un curriculum di eccellenza, grazie alle numerose esperienze di alto livello con artisti di calibro internazionale come Al di Meola, Mercedes Sosa, Juan Carlos Caceres, Jairo, Paolo Fresu, Enrico Rava, Franco Ambrosetti, Randy Brecker, Rita Marcotulli, Jaques Morelembaum e moltio altri.
Fausto Beccalossi attualmente è unanimemente considerato uno dei massimi specialisti della fisarmonica in campo nazionale e internazionale.
Roberto Taufic, nato nell’Honduras, negli anni Novanta approda in Italia, dove si trasferisce. Con svariati album al suo attivo, negli anni come musicista collabora nel live o in studio con artisti di varie estrazioni musicali come Jaques Morelembaum Barbara Casini, Sergio Cammariere, Guinga, Gabriele Mirabassi, Maria Pia de Vito, Rita Marcotulli, Fabrizio Bosso e tanti altri.
Nato a Despeñaderos, nella provincia di Cordoba, in Argentina, il bassista e compositore Carlos “el tero” Buschini, inizia la sua carriera giovanissimo. Nel 1989 si stabilisce definitivamente in Italia affermandosi ben presto nella scena europea, collaborando con artisti argentini, italiani e francesi.