A Piacenza inizieranno domani, 5 gennaio, per terminare il 5 marzo, i saldi invernali. E anche i piacentini, come tutti gli italiani, si preparano alla caccia all’affare. Secondo Unione Commercianti quello dei saldi rappresenta un momento delicato e carico di speranze: i consumi sono ancora a livello pre-crisi e la situazione non è ancora tornata alla “normalità”, in particolare per chi vende al dettaglio. Inoltre, essendo ormai divenuti saldi di inizio stagione e non più di fine stagione come un tempo, le persone sono ancora più invogliate a comprare: in altre parole, sono a disposizione ancora diversi mesi per indossare un maglione acquistato a un prezzo stracciato. Addirittura sempre più persone attendono proprio i saldi anche per dedicarsi ai regali di Natale. Insomma, è un’occasione, oggi più che mai, per gli esercenti di far quadrare i conti.
“Il consiglio che rivolgiamo ai consumatori è di concentrarsi in particolare sui negozi che si frequentano abitualmente, dove si è instaurato un rapporto di fiducia con l’esercente – spiega il direttore di Unione Commercianti, Giovanni Struzzola – diffidate dagli sconti esagerati e approfittate soprattutto per acquistare capi griffati perché è con la merce di marca che si conclude davvero l’affare. Il rapporto con il commerciante è importante perché davanti a problemi o disguidi è possibile trovare più facilmente una soluzione”.
L’analisi di Unione Commercianti
Interessano a livello nazionale 15,6 milioni di famiglie, muovono in totale 5,2 miliardi di euro, con un budget di spesa a persona di 143 euro: questi secondo l’Ufficio Studi Confcommercio i numeri dei saldi invernali, che partiranno oggi venerdì 5 gennaio anche in Emilia Romagna, giorno immediatamente precedente l’Epifania, così da avere a disposizione tutto il primo week end di gennaio da dedicare allo shopping conveniente.
“Da parte dei nostri commercianti c’è grande attesa per queste vendite di fine stagione – dichiara GianLuca Brugnoli, Presidente Federmoda Piacenza riprendendo quanto dichiarato da Marco Cremonini, Presidente di Federmoda Confcommercio Emilia Romagna. Dopo una partenza lenta, il mese di dicembre ha visto una lieve ripresa delle vendite e ci sono buone aspettative che questi saldi, grazie al ritorno alla fiducia da parte delle famiglie, possano favorire una ripresa degli acquisti anche per quanto riguarda i capi più importanti, come giubbotti e giacconi, solitamente rimandati a questo periodo dell’anno”.
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia, in occasione dei saldi invernali 2018, spenderà 331 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature ed accessori, leggermente meno dello scorso anno, ma comunque in linea con il momento.
“I saldi – aggiunge il Presidente – continuano a rappresentare un momento importante in termini di fatturato per le imprese del commercio al dettaglio, oltre che una valida opportunità per i consumatori di effettuare acquisti di qualità a prezzi convenienti, approfittando dell’assortimento, del servizio e dell’affidabilità dei negozi di moda e tessili tradizionali”.
“Voglio ringraziare – Prosegue il Presidente Brugnoli – l’Amministrazione Comunale ed in particolare l’Ass. Mancioppi per aver recepito la nostra richiesta di posticipare la Domenica Ecologica al 14 Gennaio permettendo così ai nostri clienti di poter giungere facilmente anche in centro a Piacenza, consentendo così di poter far convivere entrambe le nostre esigenze: un’attenzione alla nostra salute e la possibilità di non perdere una buona occasione da parte nostra di sostenere le vendite”. Federmoda Confcommercio dell’Emilia Romagna esprime inoltre apprezzamento per il recepimento, all’interno della Legge di stabilità regionale recentemente approvata, della regolamentazione sul divieto di vendite promozionali nei trenta giorni prima dell’avvio dei saldi, con cui l’Emilia Romagna si allinea al resto delle regioni italiane per quanto riguarda la normativa in materia.
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base
1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.