Pallacanestro Fiorenzuola vincitrice della Coppa Emilia, successo storico

Due liberi di Klyuchnyk, a due secondi e quattro decimi dalla sirena, hanno deciso la finale del Trofeo “Ferrari”, disputatasi a Granarolo Emilia davanti ad un centinaio di spettatori. Per Fiorenzuola una vittoria che fa morale in vista dei play off, mentre per Lugo una sconfitta che deve far riflettere, perché il successo sembrava certo sul +12 a 7’ dalla fine.

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Emiliani quasi sempre in vantaggio nei primi venti minuti. Dal 5-8 del 4’, si passava al 12-8 del 7’ con la tripla di Garofalo. Filippini dominava sotto i tabelloni (9 punti nei primi otto minuti), ma Fiorenzuola riusciva a mantenere sempre qualche lunghezza di vantaggio. Il secondo quarto iniziava con una tripla di Matteo Lottici ed un 2/3 dalla lunetta di Galli. Lo stesso Lottici, dalla linea della carità, firmava il 32-24 al 15’, massimo vantaggio interno. Tinsley e Cortesi, però, rispondevano presente e riportavano Lugo a contatto (41-37 al 20’).

Nella terza frazione la musica cambiava completamente: Fiorenzuola segnava un solo canestro, dai 6,75, e cinque liberi, mentre Lugo, come una formichina, costruiva un piccolo break. Il primo sorpasso arrivava da Seravalli (tripla del 42-43), poi, dal 47-46, ecco il parziale di 2 a 14, con Cortesi e Tinsley che crivellavano la retina emiliana (49-60 dopo la prima azione del periodo conclusivo). I romagnoli toccavano il massimo vantaggio, con un contropiede finalizzato da Zhytaryuk, sul 54-66 a 7’ dalla sirena. La truppa di Simone Lottici, però, non si arrendeva e rientrava, anche col supporto della zona, a -4, 62-66, al 35’.

Il ritorno sul parquet del lunghissimo Klyuchnyk, penalizzato dai falli, dava nuova energia ai “gialli”. Poluzzi siglava il 66-69 a 2’ dalla fine, ma l’epilogo era emozionante, con i biancoverdi che si mangiavano il canestro della vittoria, sul 71-72, lasciando, così, dodici secondi e l’ultimo possesso agli emiliani. Palla a centro area a Klyuchnyk che, a sorpresa, puntava il canestro in 1vs1; difesa lughese in ritardo e fallo quasi obbligato a due secondi e quattro decimi dal gong. Il pivot di Fiorenzuola era glaciale e, dopo il time out di Galetti, la conclusione dall’angolo di Cortesi non era baciata dalla fortuna.