Giuliano Guietti, direttore Ires Emilia Romagna, Marco Marrone, ricercatore e curatore della 9° edizione dell’osservatorio, e Gianluca Zilocchi, segretario Cgil Piacenza a presentare e commentare i dati che sono emersi nel corso della ricerca alla base della nona edizione dell’Osservatorio sull’economia e il lavoro in Provincia di Piacenza.
Uno dei dati più significativi dell’osservatorio è la ripresa dell’occupazione fotografata dai dati di stock sul mercato del lavoro nella provincia di Piacenza. Nel corso del 2017, infatti, vengono registrati 5.043 occupati in più, pari a una crescita del numero degli occupati del 4,1% rispetto all’anno precedente, ossia in assoluto il dato più significativo dall’inizio della crisi. Di conseguenza cresce il tasso occupazionale, che passa dal 66,3% del 2016 al 69,4% del 2017, superando, per la prima volta, anche il dato regionale del 68,6% registrato nel corso del 2017. Decresce invece il tasso di disoccupazione, che passa dal 7,5% del 2016 al 6,1% del 2017, situandosi sotto la media regionale che si attesta invece al 6,5%.
“La maggior parte dei contratti di lavoro attivati è precaria – commenta questi primi dati Zilocchi – la ricerca mostra luci e ombre. Investire sulla qualità del lavoro è la strada maestra per rinsaldare la ripresa”.
“Il nostro territorio non può prescindere dall’insediamento e lo sviluppo di una nuova industria manifatturiera. La diminuzione del 6% degli addetti dell’industria è un dato allarmante per il futuro del Piacentino”.
“La Crescita percentuale degli occupati è concentrata nei servizi, +9%, come hanno spiegato Marco Marrone, ricercatore e autore del lavoro, e il presidente Ires Giuliano Guietti. “In particolare nella categoria del commercio, che include anche la logistica. Decresce invece l’occupazione in tutti gli altri settori”. I ricercatori hanno sottolineato il fatto che oggi ci troviamo di fronte a “indicatori che bastavano fino a qualche anno fa, ma che oggi ci danno una fotografia sfuocata in un’economia in cui si diffondono i “lavoretti” con zone grigie di occupazione, in particolare nei servizi”.
Diminuiscono nel 2017 i residenti stranieri a Piacenza (-1,5%) continua lo spopolamento montagna (-0,9) mentre regge la pianura. E cala drammaticamente la popolazione residente tra i 30-40, con punte di meno 4,2 sulla fascia 35-40.
Il “tasto più dolente del rapporto” ha spiegato Morrone, “è la ‘non-nuova occupazione’. Siamo di fronte ad un travaso da contratti a tempo determinato, tecnicamente delle “trasformazioni” di contratto, e a un nuovo boom di lavoro autonomo che se all’ inizio della crisi nel 2008 poteva essere una via di fuga da un mercato del lavoro impermeabile, oggi registriamo dati di forte crescita che nasconde verosimilmente una quota di ‘false’ partite IVA monocommittenti. E’ ripresa una tendenza da parte datori lavoro a non prendersi la responsabilità salariale”.
“Grazie a Ires per un osservatorio che porta dati di “qualità” – ha commentato Zilocchi – e che dimostra una certa coerenza rispetto alle cose che sta dicendo la Cgil in questi anni, rispetto agli effetti che certe politiche hanno prodotto: il “jobs act” non ha rafforzato il lavoro di qualità ne diminuito la precarietà. Questi dati ci confermano che il territorio e il Paese hanno bisogno di una politica industriale, di sviluppo di lungo respiro. Non possiamo permetterci di vivere con una politica che progetta per il giorno dopo, la politica deve progettare i prossimi 20 anni”.
Zilocchi ha parlato di “incentivi a pioggia dati a tutti, con una decontribuzione di cui hanno goduto anche i banditi”. E sia i ricercatori, sia il segretario della Camera del lavoro hanno sottolineato come “gli indicatori statistici non forniscano una fotografia a fuoco del lavoro, basti pensare che se uno lavora un’ora a settimana è “occupato”. Ma andiamo a chiedergli se si sente un lavoratore occupato o se sta lottando per dare da mangiare a sé e alla sua famiglia”.
Tuttavia, “in Emilia-Romagna ci sono dati confortanti anche per delle politiche regionali differenti, per esempio con un Patto per il Lavoro che mette in campo investimenti per 15 miliardi, grazie anche alla condivisione con il sindacato. Il sindaco Patrizia Barbieri ha lanciato tempo fa l’ipotesi di un tavolo per lo sviluppo economico: auspichiamo fortemente che parta davvero. Ce n’è bisogno più che mai”.