Operaio gay discriminato, l’assessore Sgorbati: “Solidarietà, operatori a disposizione per chi vuol segnalare”

L’assessore alle Pari Opportunità Federica Sgorbati, a nome dell’Amministrazione comunale, esprime vicinanza e profonda solidarietà al giovane che, come riportato alcuni giorni fa dal quotidiano locale, ha raccontato di essere stato vittima di discriminazione sessuale da parte del tutor dell’azienda per cui lavorava.
Nel ribadire che “l’Amministrazione condanna ogni forma e genere di discriminazione, ed è al fianco di tutti coloro che si trovano a subire atti di emarginazione”, l’assessore ricorda che il Comune, attraverso il proprio Sportello Antidiscriminazione, offre un servizio di ascolto, orientamento e supporto.

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“Previo appuntamento – spiega Federica Sgorbati – è possibile rivolgersi allo Sportello per segnalare casi di discriminazione di cui si è stati vittime o testimoni, connessi alla disabilità, all’età anagrafica, alla religione, all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Quello del Comune di Piacenza è un nodo di raccordo della rete di sportelli del Centro regionale contro le discriminazioni: gli operatori sono a disposizione di chi ha subito personalmente o ha assistito a comportamenti discriminatori nei confronti di altri, per raccogliere segnalazioni, fornire consulenza e informazioni orientative, individuando e suggerendo gli strumenti più idonei per fronteggiare il caso. Se lo si ritiene opportuno, inoltre, si instaura un dialogo con le istituzioni interessate, per promuovere attività di sensibilizzazione”.

Lo Sportello Antidiscriminazione del Comune di Piacenza ha sede preso lo sportello Informasociale di via Taverna 39, è contattabile allo 0523-492731, o scrivendo a informasociale@comune.piacenza.it . Questi gli orari di apertura: dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12.30, lunedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30

“La denuncia della discriminazione, di qualsiasi tipo e natura essa sia – conclude l’assessore Sgorbati – è un primo passo importante, ed è fondamentale per far emergere casi, frutto della più profonda ignoranza, che rischierebbero di passare in sordina invece di essere fermamente condannati come meritano”.