“Sono un economista keynesiano, quindi un “liberal” di sinistra in senso anglosassone. Sono stato candidato sindaco alle primarie di centrosinistra del 2012. A quell’epoca ero un candidato in competizione con lui, eppure, oggi, con molta convinzione, ho deciso di sottoscrivere l’appello di 188 cittadini (e a Piacenza non sono assolutamente pochi) a favore di Lugi Rabuffi sindaco”. Così commenta Marco Mazzoli, professore di Politica Economica, Università di Genova.
“Se posso, vorrei anche suggerire ai piacentini che mi votarono alle primarie del centrosinistra del 2012 di sostenere oggi Luigi Rabuffi, per vari motivi. Conosco Luigi Rabuffi da molto tempo ed è una persona profondamente onesta, competente, con ottima conoscenza del territorio (è vice comandante della Polizia Provinciale) e dotato di esperienza nella macchina amministrativa (è stato assessore nella prima fase della giunta Dosi). Inoltre, come ho detto e scritto pubblicamente più volte in questi ultimi tempi, il centrosinistra non esiste più. Occorre costruire qualcosa di nuovo, partendo dai contenuti e dal programma, non dagli schieramenti, i tatticismi le alleanze… Perchè, in queste ultime settimane, dagli scissionisti del PD e dagli ex esponenti di SEL che hanno decisio di unirsi a Pisapia e agli scissionisti del PD, solo di questo si è sentito parlare: schieramenti, alleanze, tattiche… Mi riesce un po’ difficile capire a che serve uscire dal PD per continuare a sostenerne il governo e le politiche… Mi riesce un po’ difficile capire come gli ex esponenti di SEL possano allearsi con il partito di Renzi, dopo essersi opposti al Jobs Act, alla riforma costituzionale, dopo aver gridato allo scandalo quando Renzi flirtava con il super-manager Marchionne, emigrato in Paesi dove non gode di un regime fiscale molto più leggero di quello dell’Italia, un Paese che affermava di voler riformare pontificando dall’estero”.
“Credo che nell’Italia stanca e sfiduciata di oggi la coerenza debba tornare ad essere un valore. E credo che la sinistra italiana abbia dimenticato e archiviato troppo frettolosamente la lezione di un grande maître à penser liberal e progressista come Keynes. Il populismo mediatico di Renzi non ha nulla a che fare con i contenuti di una sinistra seria, coerente e non demagogica su temi importanti come i voucher, la precarizzazione del lavoro, la difesa della Costituzione, le proposte per la scuola, la presenza (o meglio assenza) di politiche economiche a sostegno delle fasce più deboli… Sostegno vero, non la demagogia populista degli 80 euro in busta paga, un contributo che non arriva ai disoccupati ed è finanziato con tagli ai comuni e alle regioni. Lo stesso sindaco uscente Dosi ha lamentato i tagli di milioni di euro che l’amministrazione comunale piacentina ha subito dal Governo Renzi. Piacenza ha tante potenzialità ma anche tanti problemi. Dunque, c’è da rimboccarsi le maniche e c’è molto da fare… Buon lavoro a Luigi Rabuffi”.