Allievi e docenti del Conservatorio diretti dal Maestro Luciano Caggiati hanno dato vita ad un concerto ricercato ed estremamente apprezzato, affiancati sul palco dall’autore-attore Corrado Calda che, in abiti da giullare secentesco ha interagito con l’orchestra di fiati e con i cantanti ma soprattutto con i piccoli spettatori in sala. Un concerto riuscitissimo per il quale la presidente Paola Pedrazzini ha voluto ringraziare “Patrizia Bernelich instancabile organizzatrice, Luciano Caggiati, per il prezioso lavoro di ricerca musicale svolto su un repertorio raro, Camillo Mozzoni per la passione con cui ha partecipato al progetto, gli allievi che si sono fatti onore con un pubblico esigente come quello dei bambini e Corrado Calda capace di trovare un’interazione gioiosa con la platea”. Protagonista del concerto il “Masque”, fastoso trattenimento scenico tipico della corte inglese, formato dalla mescolanza di recitazione, canto solistico e corale, musica strumentale e danza. Il concerto di stamattina ha infatti riproposto questa antica forma di intrattenimento, che venne coltivata da tutti i più grandi compositori inglesi dell’epoca. Accanto a brani strumentali eseguiti da un ensemble di fiati, percussioni e arpa celtica, lo spettacolo si è snodato attraverso la proposta di brani cantati solistici e corali, danze con coreografie e costumi ispirati a quel periodo, recitazione di testi tratti dalle opere dei maggiori letterati dell’epoca. Il tutto con l’intendimento di ricreare l’atmosfera che si viveva alla corte inglese in occasione di un simile evento teatrale. In modo leggero il concerto ha così fatto scoprire la produzione musicale inglese dopo lo scisma anglicano che fu per l’Inghilterra un punto di svolta non solo dal punto di vista storico, ma anche per l’arte in generale e la musica in particolare che entrò proprio in quel periodo nella sua cosiddetta età aurea. Accanto ad una produzione sacra tradizionale si sviluppò infatti una ricca letteratura profana, rappresentata da madrigali, danze, musiche strumentali. Nella notte dell’Epifania del 1512, re Enrico VIII ed altri undici gentiluomini si travestirono e fecero il loro ingresso nella sala del banchetto, invitando le dame a ballare senza mai svelare i loro volti: da qui nacque il genere del “Masque”.
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