Riformare profondamente la scuola, cancellare la cosiddetta “Buona scuola” della Sinistra, rivedere l’alternanza scuola lavoro, ridare dignità agli insegnanti ristabilendone l’autorità verso studenti e genitori, reclutamento su base regionale, introduzione dei costi standard, buono scuola per chi frequenta le scuole paritarie.
Sono in sintesi, alcuni punti per la rivoluzione del buon senso nella scuola proposti da Elena Murelli, candidata della Lega alla Camera, listino proporzionale, nel collegio Piacenza-Parma-Reggio.
«E’ ora di finirla con genitori e studenti che aggrediscono gli insegnanti – esordisce Murelli – va ripristinato il principio di autorità. Il docente, però, se lo deve guadagnare con l’autorevolezza e la competenza. Stop alle mega assunzioni pre elettorali, come di recente, di 50mila docenti precari da parte del ministro Fedeli: si valutino capacità e conoscenze e si rivedano anche gli stipendi verso l’alto, a patto che si agisca su una base meritocratica. L’insegnate, però, deve tenere un contegno anche fuori del lavoro, non come la maestra “barricadera” di Torino che, schierata con i centri sociali, insultava i poliziotti».
Murelli propone «una revisione della fallimentare alternanza scuola-lavoro, diventata spesso scuola-sfruttamento o perdita di ore in attività inutili». Un tema fondamentale è il reclutamento: «Diventi su base regionale con il “domicilio professionale”, per evitare il pendolarismo dei docenti e l’interruzione della continuità didattica dei ragazzi».
Infine, la candidata del Carroccio ricorda la proposta del ciclo unico per elementari e medie e la riforma delle superiori, orientate a un inserimento nel mondo del lavoro piuttosto che a un parcheggio per accedere all’università – anch’essa da riformare – che «purtroppo vede l’Italia maglia nera in Europa. Secondo l’Ocse, solo 18 studenti su 100 arrivano alla laurea».