Omicidio colposo e lesioni. Con queste accuse Novakov Stefanovich è stato condannato a due anni e sei mesi. Si tratta del camionista rumeno che il 29 settembre 2014 parcheggiò il proprio tir nei pressi dello stabilimento Amazon di Castel San Giovanni. Il tir contro il quale si schiantò la gazzella condotta dall’appuntato Luca Di Pietra, morto sul colpo.
Il militare stava inseguendo una vettura sospetta in fuga, insieme al suo collega Massimo Banci, seduto sul sedile del passeggero. Nell’affrontare una curva, la Fiat Bravo dei due carabinieri si schiantò contro il tir di Stefanovich. Di Pietra morì sul colpo, Banci rimase gravemente ferito. I malviventi fuggirono facendo perdere le proprie tracce.
Di fatto l’autotrasportatore parcheggiò contromano e in divieto di sosta: secondo il pubblico ministero Antonio Rubino, se non ci fosse stato il tir posteggiato in maniera irregolare lungo la strada, in una posizione “non perfettamente percepibile”, Di Pietra sarebbe ancora vivo. Una tesi accolta dal giudice Italo Ghitti che ha condannato il camionista.