Dopo l’exploit di Kenny Garrett, è in programma un’altra serata al Teatro President di via Manfredi a Piacenza. Venerdì 31 marzo alle ore 21.15 un’altra stella di prima grandezza del firmamento jazz, altra punta di diamante di questo quattordicesimo cartellone di un festival che sta facendo nuovamente parlare di sé in tutta la Penisola. Sul palco un grande protagonista della musica afroamericana, un vero mito vivente qual è Benny Golson che si esibirà accompagnato da un pianista di prima classe, tra i più apprezzati anche fuori dal nostro Paese, Antonio Faraò, oltre che da Gilles Naturel al contrabbasso e Doug Sides alla batteria.
Il Piacenza Jazz Fest è organizzato dall’associazione culturale Piacenza Jazz Club, patrocinato dal MiBACT, con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Piacenza, Comune di Fiorenzuola, Regione Emilia-Romagna e con il contributo di alcune realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio. I biglietti per questo concerto si possono acquistare nei pomeriggi feriali presso la sede del Piacenza Jazz Club, il sabato mattina dalle 10.30 alle 12.30 presso il negozio Alphaville di Piacenza oppure online su liveticket.it.
Classe 1929, Benny Golson è una vera e propria leggenda del Jazz, tanto da meritare un emozionante cameo nel film “Terminal” di Steven Spielberg, con un Tom Hanks alla ricerca dell’ultimo autografo del grande jazzman per esaudire un desiderio in memoria di suo padre. Pochi musicisti possono, come lui, essere menzionati come veri innovatori e ancora meno possono vantare una carriera che letteralmente ridefinisce il termine “Jazz”. Saxofonista dal suono caldo e avvolgente, ancora attivissimo, Benny Golson continua oggi a entusiasmare il pubblico e i critici con instancabili tournée in tutto il mondo.
Fin dai suoi esordi si è distinto non solo per le sue doti di musicista ma anche per il suo straordinario talento compositivo. La sua carriera è iniziata nelle band di artisti quali Benny Goodman, Dizzy Gillespie, Lionel Hampton e soprattutto Art Blakey. Per anni, infatti, è stato saxofonista dei Jazz Messengers, per cui ha scritto alcune delle composizioni più celebrate del gruppo come “Moanin”, “Blues March” e “Whisper Not”. Insieme al trombettista Art Farmer ha formato il Jazztet, uno dei combo più eleganti e sofisticati del periodo hard bop. In oltre 60 anni ha suonato, composto e arrangiato per grandi star come Count Basie, John Coltrane, Miles Davis, Sammy Davis Jr, Ella Fitzgerald, Quincy Jones, solo per citarne alcune. Standard immortali come “I Remember Clifford” (in memoria dell’amico trombettista Clifford Brown), la mitica “Killer Joe” (interpretato anche dai Manhattan Transfer) “Along Came Betty” e “Stablemates” sono dovuti alla sua prodigiosa vena compositiva e le sue partiture hanno guidato molti dei più importanti musicisti jazz, incluso il grande Miles Davis.
Benny Golson ha l’assoluta maestria dello stile e la totale padronanza di tutti gli stilemi tipici della musica afro-americana. Oltre ad aver partecipato da protagonista alla storia della musica moderna, si è anche espresso come didatta, insegnando a studenti di tutte le età. Ha tenuto lezioni al Lincoln Center collaborando con Wynton Marsalis, alla New York University e alla National University di San Diego.
Nel quartetto che salirà sul palco de Piacenza Jazz Fest, apparirà inoltre uno dei pianisti più rappresentativi del jazz italiano nel mondo: Antonio Faraò. Particolarmente ammirato Pianista ammirato da Herbie Hancock, Antonio Faraò ha suonato con i più prestigiosi artisti (Didier Lockwood, Miroslav Vitous, Jack Dejohnette, Chris Potter, Bob Berg, Billy Cobham, Christian Mc Bride e Lee Konitz, oltre che con Mina). È da mettere senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo molto alto. Il suo stile è inconfondibile: una brillantezza tecnica con un’impetuosa carica emotiva, una notevole vena compositiva e un travolgente senso ritmico.
Il concerto testimonierà ancora una volta la grande vitalità e la voglia di stupire del giovane ottantottenne Benny Golson. Un vero e proprio mito vivente.
Al mattino invece quasi un migliaio di bambini delle scuole primarie di Piacenza e provincia si recheranno al Teatro President per sentirsi raccontare da due cantastorie sopraffini due fiabe dal sapore jazz. Roberto Piumini e Claudio Comini condurranno i piccoli spettatori per mano nel mondo di Duke Ellington e Miles Davis. Saranno accompagnati nel loro cammino da un quintetto dal vivo guidato da Corrado Guarino al pianoforte, con Alberto Mandarini alla tromba, Guido Bombardieri al sax alto e soprano, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso e Stefano Bertoli batteria. Lo spettacolo è ispirato dalla collana delle Fiabe del Jazz, edita da Curci Editore.
Sempre nella stessa mattinata si terrà anche il concerto alla casa circondariale delle Novate, organizzato come ogni anno in collaborazione con la direzione del carcere e dell’associazione di volontari “Oltre il muro” di cui è presidente Valeria Viganò Parietti. A esibirsi per i detenuti il quintetto capitanato da Sergio “Tamboo” Tamburelli e Alessandro Roveda. I due musicisti, dopo anni di amicizia e condivisione di vari palchi, decidono di dare vita alle passioni musicali che li accomunano creando la “Tamboo Jazz&Blues Society”. La formazione che ricreerà sonorità di volta in volta Blues, Jazz, Soul e passerà da Cab Calloway a Fred Buscaglione, dal blues di Kansas City alla canzone swing italiana, è composta da Sergio “Tamboo” Tamburelli alla voce ed ammennicoli vari, Alessandro Roveda all’armonica, Alessandro Balladore alla chitarra, Jimmy Straniero al contrabbasso e basso elettrico e Stefano Resca alla batteria.
Per maggiori informazioni si consiglia di visitare il sito www.piacenzajazzfest.it o visitare la pagina Facebook del festival www.facebook.it/piacenzajazzfest o scaricare gratuitamente l’App del Piacenza Jazz Fest per Apple e Android. Per contatti si può scrivere alla mail biglietti@piacenzajazzfest.it oppure telefonare allo 0523.579034 – 366.5373201.