1300 giorni dopo il riconoscimento in Senato, da parte del Ministro dei beni culturali, del debito dello Stato nei confronti dei proprietari di dimore storiche, nel disegno di legge di bilancio per il 2018 sono state stanziate le somme volte ad estinguere i debiti pregressi, pari a oltre 97 milioni di euro. A segnalarlo è Confedilizia, che precisa che sono stati necessari più di tre anni e mezzo, una molteplicità di atti di sindacato ispettivo – presentati da numerosi parlamentari – e un puntuale memoriale scandito mese per mese dalla stessa Confedilizia, per riuscire a ottenere lo stanziamento necessario a sostenere gli interventi di manutenzione sugli immobili di interesse storico-artistico.
In proposito, si ricorda che l’articolo 31 del codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. n. 42/2004) dispone che in caso di restauro o di interventi conservativi autorizzati su immobili sottoposti al vincolo delle Soprintendenze – che hanno il compito di valutarne la tutela e conservazione e di richiederne interventi di manutenzione – il proprietario, il possessore o il detentore del bene che abbia dato corso a detti interventi a spese proprie possa ottenere i contributi statali previsti.
Il lento e farraginoso meccanismo di erogazione di questi contributi – che si aggiunge ai limiti delle disponibilità che il Ministero alloca annualmente – ha portato all’accumulo di debiti nei confronti dei privati che ammontano, come detto, a oltre 97 milioni di euro. Il disegno di legge di bilancio per il 2018 ha ora stanziato, per ogni anno relativo al triennio 2018-2020, la somma di 60.167.301 euro da destinare all’estinzione dei debiti pregressi. L’auspicio è che non si incorra in nuovi ostacoli burocratici e si renda così finalmente giustizia ai proprietari interessati.